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La visita di Maurizio Landini a Nizza Monferrato

Il segretario generale della Cigl ha visitato gli stand dei produttori al Foro Boario prima di parlare in pubblico dei referendum

«Se ci mettiamo tutti insieme, lavoratori e pensionati, precari, donne, allora il quorum lo possiamo raggiungere»: è Maurizio Landini, segretario generale della Cgil che ci crede e sprona gli oltre 200 ascoltatori nel giardino di palazzo Crova a Nizza Monferrato. Landini ha fatto tappa nel cuore del Monferrato nel suo tour a sostegno dei referendum dell’8 e 9 maggio.

I referendum vertono su 5 punti fondamentali: l’abrogazione del contratto a tutele crescenti sui licenziamenti illegittimi, l’eliminazione del tetto sull’indennizzo per licenziamento ingiusto, la causale del contratto a tempo determinato fin da subito, che in caso di infortunio anche l’azienda committente si assuma le responsabilità e l’abbassamento da 10 a 5 anni per la richiesta di cittadinanza.

Prima dell’intervista però, il segretario generale è stato accolto dal sindaco Simone Nosenzo davanti al Foro Boario, dove ha avuto la possibilità di salutare tutti produttori facendo il giro della struttura nella sessione pomeridiana del Barbera Forum.

«Esprimiamo una posizione critica nei confronti delle politiche sul lavoro degli ultimi decenni e sosteniamo il percorso del referendum come una risposta necessaria» ha esordito il segretario. La Cigl aveva già tentato un referendum sul Jobs Act, ma era stato bloccato dalla Corte Costituzionale. «La raccolta firme mostra il disagio e lo stato di tensione sociale del Paese, dove i lavoratori sentono di non avere più tutele».

Dei referendum «inediti», così li ha definiti Landini. «In questi 25 anni si è affermata l’idea per cui le imprese hanno piena libertà e questo ha posto in discussione tanti diritti». Un punto importante è stata la deriva dei diritti a vantaggio della precarietà, del lavoro in nero e degli appalti. Il che, secondo Landini, ha danneggiato le componenti più fragili della società: giovani, donne, dipendenti e pensionati.

Una nota critica è stata puntualizzata da Landini: la decisione di astenersi dal voto. «Pensare che votare non serva nulla è una cosa pericolosa – aggiunge Landini – Noi abbiamo bisogno che chiunque di noi vada a votare, perché non si vota per un partito, ma per sé e per portare beneficio a milioni di lavoratori». Stando ai dati infatti, 18 milioni di persone avevano deciso di astenersi alle ultime elezioni.

Il quorum, ovvero il numero minimo di voti affinché un referendum sia valido, è di 25 milioni di persone. «L’astensionismo è un grave errore politico che mette in discussione la democrazia».

Un altro problema risaputo è quello della natalità. «Siamo un paese che sta invecchiando, è chiaro che se c’è meno gente che lavora viene più difficile sostenere le tutele, come la sanità pubblica – e continua – Quindi non solo servirebbe una ripresa delle nascite ma che già noi abbiamo bisogno di avere più persone di quelle che abbiamo adesso».

«Uno dei motivi di questa forte denatalità è il precariato che fa fuggire all’estero tantissime persone – e conclude con un dato agghiacciante – Sono più i giovani italiani che se ne vanno che gli immigrati che arrivano».

La speranza e la forza però sta nell’unità: «Se ci mettiamo insieme non ce n’è per nessuno».

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