E’ la storia di vita, fotografata da diverse sfaccettature, di ventiquattro Premi Nobel. A raccontarli Stefano Sandrone, neuroscienziato canellese e Senior Teaching Fellow all’Imperial College di London, settima università al mondo, nel suo libro “Nobel Life” presentato il 30 giugno scorso a Lindau, città tedesca sulle sponde del Lago di Costanza che da settanta anni ospita il Meeting dei Premi Nobel.
Edito da Lindau Nobel Laureate Meetings, pubblicato dalla prestigiosa Cambridge University Press, il libro è una raccolta di interviste che Sandrone ha raccolto sulle loro “storie di vita, i consigli per le prossime generazioni e cosa resta da scoprire”, come recita il sottotitolo. Ventiquattro storie che rivelano anche il lato umano di alcuni vincitori del Premio Nobel: gli anni di studio, i sogni, le difficoltà che hanno incontrato, l’impatto rivoluzionario delle loro scoperte. L’orizzonte degli argomenti trattati è vastissimo: dal futuro della chimica all’espansione dell’universo, dalla “teoria dei giochi” ai meccanismi cellulari, dai neuroni alla base di memoria e visione sino all’invecchiamento dei cromosomi.
Molto spazio viene dedicato ai consigli per le prossime generazioni e a riflessioni su come la scienza affronterà le sfide che restano da risolvere “per il bene dell’umanità”, come recita la motivazione che ha spinto Alfred Nobel a lasciare la sua eredità alla costituzione del premio che porta il suo nome.
«E’ un’immensa soddisfazione vedere il libro stampato – confessa Stefano Sandrone -. Sta andando molto bene, ha ottenuto ‘advance praises’ entusiaste da illustri personalità della scienza e a Cambridge hanno dedicato una vetrina intera al libro».