Da Asti, in camper, alla scoperta del mondo. È una storia di nomadi digitali quella degli astigiani Emanuela e Matteo. Lei 37 anni, con una laurea al Politecnico di Milano in Disegno Industriale e 12 anni di lavoro per una nota casa di moda albese. Lui 42 anni, grafico e tatuatore, albese di nascita, ma astigiano di adozione (e per amore). Nel 2019, poco prima della pandemia, Emanuela e Matteo acquistano un camper Fiat Ducato del 1998 per andare alla scoperta del mondo in “slow motion”. Già tanti Paesi hanno visitato e molti altri avranno modo di vedere grazie a “Goldie”, il nome dato al loro camper. Viaggi che sono diventati un’esperienza da condividere con una community digitale attraverso il canale YouTube Camperlust.
Perché avete chiamato il vostro camper Goldie?
È proprio l’allestimento di quel camper che si chiama Gold 10, un Caravan International su Fiat Ducato. Quasi tutti danno un nome al camper, più o meno come si fa con le barche.
Un camper acquistato appositamente per fare i nomadi digitali?
L’idea era quella. Avevamo fatto i primi viaggi sul camper di mio padre – racconta Emanuela – e ci era piaciuto tantissimo. Quindi abbiamo deciso di comperare un camper nostro perché amiamo molto questo modo di viaggiare. Visto che a Matteino non piace volare, abbiamo trovato così ciò che serve per andare in giro: abbiamo tutto dietro, dal bagno alla cucina; poi possiamo fermarci dove vogliamo e non dobbiamo prenotare alberghi, b&b e nessun vincolo per tappe forzate. Insomma, totale libertà di viaggio: ti fermi dove vuoi e quando vuoi.
I vostri sono viaggi all’avventura senza una particolare pianificazione?
Sì, non programmiamo quasi mai nulla. Se scegliamo di andare verso nord, partiamo e viviamo alla giornata.
Come si sposano i vostri lavori con l’idea di essere spesso in viaggio?
Quello di Emanuela è più semplice da organizzare (è visual e web designer freelance ndr), il mio – spiega Matteo – un po’ meno, ma l’intenzione è quella di svolgere il mio lavoro da tatuatore organizzandomi con gli studi di tattoo nei vari luoghi delle nostre mete. Però, prima di fare il tatuatore, ho fatto il grafico nel mondo musicale, ma non solo, e ancora oggi mi occupo anche di questo. Comunque, a scanso di equivoci, sottolineiamo che abbiamo un lavoro, paghiamo le tasse e non viviamo di rendita. Anzi, facciamo i nostri sacrifici per fare questa vita.
Quali luoghi avete già visitato con Goldie?
L’Italia l’abbiamo girata più o meno tutta, ci manca solo la Sicilia. Siamo stati un po’ in Francia. Poi quando siamo andati in Norvegia, alle isole Lofoten, abbiamo passato Svizzera, Germania, Danimarca e Svezia. Volevamo andare a Capo Nord, ma per questioni di tempo ci siamo fermati alle Lofoten. Adesso stiamo per partire per un lungo viaggio in Spagna, prima meta Andalusia. Poi da lì potremmo andare in Portogallo. Questa volta pensiamo di stare via quattro o cinque mesi, ma vedremo strada facendo.
Costa molto fare questa vita in camper, tenuto conto che bisogna avere un lavoro compatibile? Si tratta di una vita per tutti?
Noi non amiamo andare in campeggio, in posti chiusi o che ci vincolano a orari, telefonate, prenotazioni, etc. Preferiamo la sosta libera o aree soste dedicate, specie i parcheggi per i camper, ma libere e dotate dei principali servizi, come carico e scarico dell’acqua e luce elettrica. Sono punti di sosta gratis o giù di lì. Ma abbiamo fatto delle modifiche al camper affinché sia il più indipendente possibile. C’è l’investimento iniziale dell’acquisto del mezzo, assicurazione e bollo, più qualche lavoretto di manutenzione, ma in realtà siamo molto spartani, cuciniamo sul camper e facciamo la spesa.
Vi sentite sicuri, specie in questo periodo, a viaggiare e vivere molte settimane su un camper?
Evitiamo sempre le città e i grandi centri abitati, preferiamo i piccoli paesi. Non ci fermiamo nei parcheggi limitrofi alle aree metropolitane. Poi ci sono zone dell’Europa dove sconsigliano di dormire in sosta libera, mentre quando eravamo in Norvegia si poteva stare anche con la porta spalancata. Di solito ci si mette vicini ad altri camper già in sosta per incrementare la sicurezza. Poi ci sono applicazioni per smartphone create da camperisti per camperisti che indicano tutti i posti dove stare, in sicurezza. Anche questo è utile a trovare un posto dove fermarsi.
Il passo successivo al viaggio in camper è stato quello di condividere l’esperienza su YotuTube. Com’è nato il canale Camperlust, che significa “grande voglia di esplorare in camper”?
Ci piace condividere la quotidianità di questi viaggi, che hanno un ritmo molto più lento che su altri mezzi. È anche un ritorno alle origini, uno stile di vita molto diverso da quello cui siamo abituati.
Intanto la vostra community digitale è cresciuta oltre 2.200 iscritti che vi seguono con interesse. Ve lo aspettavate?
Non proprio. Quando abbiamo fatto la prima live pensavamo che non interessasse nessuno, invece abbiamo avuto una marea di persone connesse. Hanno fatto tante domande ed è stato bello perché c’era proprio questo spirito di condivisione che ci piace molto.
Quale attrezzatura usate per girare i vostri video?
Abbiamo iniziato con un iPhone e la Go Pro che Emanuela già utilizzava – racconta Matteo – Abbiamo appena preso un drone, piccolino e uno stabilizzatore per il telefono. Poi usiamo i computer per il montaggio dei video.
Preparate i video con una scaletta?
No, nessuna scaletta. È tutto naturale e senza copione. Magari facciamo 30 minuti di girato, ma i video finali sono lunghi 10 minuti. Lavoriamo molto su YouTube, meno sugli altri social.
So che, attraverso il canale, volete anche lanciare un messaggio importante. Quale?
A noi sta molto a cuore il rispetto per l’ambiente. Se troviamo dei rifiuti in giro siamo i primi a raccoglierli. Cerchiamo di viaggiare in maniera eco, tentando di essere meno impattanti sull’ambiente.
Ci sono persone che sognano la vita nomade, ma non hanno il coraggio di cambiarla. Provate a convincerle.
Siamo sicuri che in qualsiasi momento della propria vita una persona possa cambiarla, inseguendo i suoi desideri e progetti. La vita è una, non siamo obbligati a viverla in un modo che non ci piace, con un lavoro che non ci soddisfa e in un luogo che non sentiamo nostro, per poi morire con tanti rimpianti. Basta un po’ di coraggio per cambiarla in meglio: provateci!
Chi sono
Emanuela e Matteo (hanno chiesto di omettere i cognomi ndr) sono astigiani, ma anche esploratori del mondo che visitano a bordo di Goldie, il loro camper Fiat Ducato. Emanuela, 37 anni, lavora come visual e web designer freelance. Matteo, 42 anni, è grafico e tatuatore. Fidanzati, compagni di viaggio, hanno aperto un canale su YouTube per raccontare le loro avventure in giro per l’Italia e l’Europa. Realizzano video, spontanei e della durata di 10 minuti, spiegando tutti i vantaggi (e certe volte gli imprevisti) di chi sceglie di essere un nomade digitale in camper.