Stesse modalità e uguale bottino
Ladri di bicilette. Non è il refrain di una canzone della celebre band che spopolò negli Anni ’90 bensì il drammatico epilogo della notte di Capodanno, a Canelli. Dopo aver “visitato” il negozio di Cicli&Scooter di Giovanni Bertorello, in via Roma, i malintenzionati hanno replicato da Doc Bike, rivenditore specializzato con vetrine che si affacciano su viale Indipendenza e via dei Partigiani. Stesse modalità, medesimo orario e identica razzia. Il tutto fa pensare ad una banda specializzata nel settore.
Il bottino, anche da Gianfranco Leardi, è ingente: quattro biciclette a trazione elettrica. Tre le avevano prelevate dal magazzino di Bertorello, aggiungendovi una Vespa Piaggio 50 d’epoca in esposizione. Spedizione mirata, studiata nei minimi particolari in una serata dove era facile non dare troppo nell’occhio.
E’ scattato l’allarme ma nessuno ha sentito la sirena
Racconta, sconsolato, Leardi. «Ho scoperto il danno la sera del giorno successivo, quando sono venuto in negozio per sbrigare alcune faccende. Ho trovato la porta forzata. Dall’esposizione mancavano solo quattro pezzi con motore». Che possa essere un furto “su commissione” o, comunque, con un chiaro e preciso intento per il titolare di Doc Bike è una certezza. «Basti dire che all’entrata, di fronte alla porta sfondata, c’era una bicicletta da competizione ultimo modello che vale parecchie migliaia di euro, ma non è stata toccata. Interessava solo una tipologia di bici, e lì hanno puntato».
L’orario combacia con il colpo messo a segno da Bertorello. «Pensiamo fossero due gruppi della stessa banda che hanno agito in contemporanea. Il sistema d’allarme è entrato in funzione ma nessuno ha sentito: tutti erano a tavola e, tra botti e rumore, difficile individuare il suono di una sirena».
Sui due episodi stanno indagando i Carabinieri di Canelli. Al vaglio degli inquirenti le immagini delle telecamere presenti in centro e negli snodi stradali principali. Probabilmente i ladri hanno utilizzato almeno un furgone e un’auto per trasportare il frutto della rapina.
Per Doc Bike il secondo furto in tre anni
«Per me è il secondo furto in tre anni – è l’amaro sfogo di Gianfranco Leardi -. La volta scorsa prelevarono undici biciclette, adesso quattro. E, come se non bastasse, la casa dove abito è già stata “visitata” tre volte. Un vero accanimento».
Gli fa eco Giovanni Bertorello che, all’inventario, ha riscontrato un’altra mancanza. «I mariuoli si sono portati via anche una bicicletta da bambino. Era così comoda, appesa accanto alla porta: perché non approfittarne?»