Marina Mangone, titolare della Foresteria del Castello di Castell’Alfero, critica i governatori per i nuovi coprifuoco: “Dovete smetterla di prendervela con la ricettività e la ristorazione”.
La storia si ripete. La pandemia da Coronavirus sta mettendo sotto scacco il nostro Paese per la seconda volta; si annunciano nuovi interventi per limitare il più possibile la circolazione delle persone e, stando alle prime indiscrezioni, il premier Giuseppe Conte sarebbe pronto a firmare un nuovo DPCM per chiudere tutti i bar e i ristoranti la domenica e per imporre loro il coprifuoco alle ore 18 o alle 20. Chiusure anche per palestre, piscine e altre attività mentre le scuole superiori continuerebbero la DAD al 75% dell’orario. Resterebbero aperte le scuole primarie, ma anche per loro la chiusura potrebbe essere questione di giorni se i contagi continuassero con questo ritmi.
Si sta per rivivere anche un dramma che molti imprenditori hanno temuto fin da quando, qualche giorno fa, il governatore del Piemonte Alberto Cirio ha annunciato, d’accordo con il Ministro della Salute Roberto Speranza, di voler applicare un coprifuoco regionale a partire da lunedì 26, dalle 23 alle 5 del mattino. Coprifuoco che potrebbe essere superato dall’eventuale DPCM di Conte.
Ancora una volta i timori, ma anche la rabbia per quanto potrebbe succedere, sono quelli che racconta in un video postato su Facebook l’imprenditrice astigiana Marina Mangone, titolare della Foresteria del Castello – Wellness & Spa a Castell’Alfero.
“Avete avuto anche il coraggio di chiederci le tasse arretrate”
“La riapertura di giugno è stata un bagno di sangue fino a settembre, ma mi sono spaccata in quattro per riuscire a non avere debiti e portare a casa gli stipendi per i miei collaboratori lavorando il triplo perché non potevo permettermi di averli tutti con me. – racconta Marina nel video – A voi che non importa nulla e che ritenete superflue le attività turistiche, ricettive, di ristorazione e bar sappiate che siamo veramente esasperati. Avete giocato con queste cose già a partire da marzo quando abbiamo responsabilmente accettato le decisioni prese. A settembre avete avuto il coraggio di chiederci le tasse arretrate che ho dovuto rateizzare. Sono arrivata praticamente alla fame. Ho ricominciato rimboccandomi le maniche e pensando che in qualche modo l’avevamo scampata e che saremmo arrivati al 2021 sopravvissuti”.
“Ma adesso – continua l’imprenditrice – ci ritroviamo così: non avete fatto niente, i mezzi pubblici non sono stati potenziati, le classi sono tornate a scuola e non è stato fatto assolutamente niente per il settore turistico ricettivo italiano che sta registrando meno 70, 80 e 90%, rispetto agli anni passati. Ma soprattutto ci state trattando come se fosse colpa nostra. Questo non è un rischio d’impresa. Il rischio è se non guadagno per colpa mia, se non guardano perché non so fare l’imprenditrice, ma io so come si fa perché a fine del 2019 la mia azienda stava molto bene. Mi faccio un mazzo così, – continua la donna – cosa che voi Governatori non sapete neanche cosa voglia dire e ci trattate come se fosse colpa nostra, chiudendo a casaccio e non pensando che in attività come la mia i clienti che devono uscire dall’hotel per andare al ristorante non potranno mai tornare entro le undici o le nove e quindi cancellano la prenotazione. Ci ritroviamo aperti con un hotel fantasma, vuoto, di nuovo”.
“Siamo esasperati – conclude la titolare dell’hotel – ed è ora di finirla perché non ne possiamo veramente più. Io mi rimbocco le maniche, mi invento qualcosa per tirare a campare e dare uno stipendio ai miei ragazzi, ma voi dovete smetterla: questo gioco di prendersela con la ricettività e la ristorazione adesso deve finire”.
Riccardo Santagati