«Un segno tangibile della visita di Papa Francesco ad Asti, con l’obiettivo di mettere in pratica ciò che il Pontefice ha sempre predicato: l’importanza di riconoscerci tutti fratelli senza distinzioni».
E’ la motivazione che ha portato al taglio del nastro, avvenuto il 21 novembre 2023, ad un anno dalla visita del Santo Padre in città, dell’ambulatorio “Fratelli tutti” in via Giobert 56. Una struttura ideata e fortemente voluta dalla Diocesi con la Pastorale della Salute guidata da Tiziana Stobbione.
Inaugurato dal cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, è un ambulatorio medico dedicato alle persone indigenti che hanno difficoltà ad accedere alle cure sanitarie, che prende il nome dall’enciclica di Papa Francesco.
La struttura
Attivo dal gennaio 2024, funziona grazie all’apporto di numerosi volontari – sotto la guida di Tiziana Stobbione e della direttrice sanitaria Annapaola Fea, affiancata dalla vice Donatella Ciaceri – e alla collaborazione di enti, ordini professionali, associazioni e club di servizio.
«Come indica il nome – ha commentato il vescovo in occasione del bilancio del primo anno di attività – questo presidio di cura è nato con una missione chiara: accogliere, includere e offrire sostegno ai più deboli. E’ un’opera “segno” che vorremmo fosse di tutti, non soltanto legata alla Curia. Si basa sull’impegno gratuito di tante persone che condividono competenze e fatica per il bene dei bisognosi che, per condizioni di estrema indigenza e fragilità, fanno fatica perfino ad accedere al servizio pubblico nazionale».
Nella struttura vengono svolte visite specialistiche su prenotazione tramite i centri di ascolto Caritas e i Servizi sociali del Comune di Asti, ma viene anche fornito supporto a coloro che si presentano in autonomia, accolti per informazioni o indicazioni a carattere sanitario. Nei primi undici mesi di attività sono state svolte 600 prestazioni, che hanno spaziato dalla medicina generale alla cardiologia, dalla psichiatria all‘ortopedia, con una maggioranza netta di prestazioni oculistiche e dentistiche.
L’ambulatorio coinvolge medici, infermieri, farmacisti, operatori socio-sanitari e amministrativi, tutti volontari, «seguendo regole e direttive – come aveva sottolineato la vice direttrice sanitaria, Donatella Ciaceri, alla presentazione del primo bilancio – in base alla convenzione con l’Asl».