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«L’amministrazione non rinnova le convenzioni ai commercianti, oppure li lascia nell’incertezza»

I consiglieri comunali Briccarello, Bosia, Malandrone e Miroglio commentano lo stato dell’arte delle tante attività che lavorano su aree di proprietà comunale

Da qualche mese sulle cronache locali si rinvengono notizie inerenti a diversi esercenti commerciali astigiani che operano nell’insicurezza del veder rinnovata la propria convenzione dal Comune di Asti. Occorre far un po’ di ricerca tra testate e date e pian piano il filo rosso che emerge dai disagi di operatori di differenti settori si inspessisce creando una rete di problematicità ben chiara ed evidente. Il comune denominatore rimane uno: l’amministrazione non rinnova le convenzioni ai commercianti, oppure li lascia nell’incertezza che queste non vengano rinnovate.

La mannaia pare essere trasversale: si va dai centri culturali che con il loro operato recuperano siti d’arte altrimenti abbandonati, all’interezza del mercato coperto che, dopo promesse mai mantenute a opera del Parlamentare Coppo di FdI, si trova vincolato a un braccio di ferro con il Comune e in primis con l’Assessore Bovino e il Sindaco che, invece che agire sui singoli, si oppongono al rinnovo della convenzione poiché non in grado di recuperare un affitto. Poi troviamo altro, l’inverosimile caso dell’autolavaggio Piovanotto, dove il passaggio dall’amministrazione Brignolo a quella Rasero di ormai 8 anni fa ha reso l’operatore occupante senza titolo, ponendogli di fronte l’obbligo dell’acquisto di un terreno decisamente spropositato (7700 metri quadrati) e abbandonandolo poi a se stesso, salvo usarsene per la collocazione di un box Amazon sulla sua attività in modo completamente gratuito essendo appunto occupante senza titolo. Il Sig. Piovanotto si è trovato costretto a rispondere per via legali alle inesattezze riportate per mezzo stampa dall’Amministrazione e noi, in quanto consiglieri comunali, a presentare una richiesta di accesso agli atti in merito alla documentazione relativa all’attività viste le reticenze del Comune a dialogare in modo costruttivo e funzionale per la risoluzione della questione del terreno su cui sorge l’attività. La risposta dovrà necessariamente arrivare al prossimo consiglio comunale.

E ancora il mercato ortofrutticolo con all’interno l’attività di macelleria che, solo dopo aver firmato le carte e pagato, ha scoperto che l’intero edificio passava dal vincolo pubblico al privato (variante 39 del CC), senza di fatto aver un minimo di progettazione sul futuro della propria attività. Ma nel concreto il passaggio di vincolo cosa potrebbe comportare? La cosa più pericolosa e, ahinoi, anche più plausibile è l’introduzione di un solo monomarca e quindi lo “sfratto” delle altre attività presenti.
Altro esempio ambiguo è la tripperia collocata nell’ex macello di Viale Pilone, noto alle cronache per le condizioni di profondo disagio in cui i locali versavano e che, dopo le nostre spinte, sono stati in parte sistemati e in parte chiusi, tripperia di cui non risulta la convenzione.

Simile incertezza vivono anche diverse attività culturali le cui convenzioni per l’occupazione degli spazi sono in scadenza e il cui operato è consentito grazie a proroghe annuali che però non offrono ne’ sicurezza ne’ margine per lavorare serenamente con una progettazione sul lungo periodo, dove per lungo si intendono in realtà quattro o cinque stagioni.
Tra tutti questi casi che non rappresentano l’interezza del problema ma sono solo alcuni esempi, il più emblematico è il già citato mercato coperto, ove le attività si sono viste costrette a pagare l’affitto a scatola chiusa, in quando la convenzione, già scritta e solo da firmare, è tenuta sotto scacco dall’Assessore al Commercio, che, non in grado di attivare una corretta pratica di recupero rate da un’attività singola, sta facendo affondare tutta la nave.

E mentre le dichiarazioni sul bando per le imprese (250 mila euro per interventi di efficientamento energetico nell’area A1) si fanno pompose, e bene che sia, c’è un altro tipo di commercio ad Asti che ad oggi, visto che siamo in tema, potrebbe creare un festival tutto suo: la sagra dell’esercente senza convenzione.

I consiglieri comunali Briccarello, Bosia, Malandrone e Miroglio

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