«È tempo di gettare il cuore oltre l’ostacolo e unire le forze per dare un futuro alla Casa di Riposo». È questo l’appello che il sindaco Maurizio Rasero vuole lanciare auspicando una nuova fase nella delicata vicenda della più grande casa di riposo del Piemonte, l’IPAB di via Bocca che oggi dà lavoro a circa 100 persone accogliendo 180 ospiti. Commissariata da anni, la Casa di Riposo “Città di Asti” è stata al centro degli interventi dei sindacalisti durante la manifestazione del 1^ maggio. I sindacati auspicano che l’IPAB resti sotto la gestione pubblica, riesca a far fronte ai pesanti debiti pregressi e che si garantisca un futuro non solo agli ospiti (che prima della pandemia erano 320), ma anche ai lavoratori passati, nel giro di pochi anni, da 134 a 101.
Anche per il sindaco Maurizio Rasero è tempo di arrivare al dunque per dare un futuro all’IPAB, ma per farlo «serve l’aiuto di tutti e che tutti lavorino con lo stesso obiettivo».
«Per questo faccio un appello a tutte le istituzioni affinché si arrivi a una proposta condivisa – spiega Rasero – Ho intenzione di parlare con la Banca di Asti, con la Fondazione CrAsti, con i sindacati partendo da una certezza: in questi mesi abbiamo apprezzato molto la professionalità del commissario Mario Pasino, una persona che ha le idee chiare su come risolvere i problemi. Anche CGIL, CISL e UIL hanno presentato delle proposte e tutti noi siamo qui perché vogliamo che la Casa di Riposo “Città di Asti” continui a fornire occupazione ai professionisti del settore e servizi per tutti i suoi ospiti».
Secondo il segretario generale della CGIL di Asti Luca Quagliotti la questione non è facile, ma il tempo stringe: «Vogliamo sapere chi si vuole unire a noi per vincere questa battiglia e chi, invece, pensa di farsi gli affari suoi perché mi pare che ci sia un gruppo di avvoltoi che sta girando sopra la Casa di Riposo forse con l’intenzione di smembrare i posti letto. Da evidenziare anche l’atteggiamento di REAM (società di cui detiene il 30% la Fondazione CrAsti ndr) che ci risulta aver posto condizioni abbastanza gravose per intervenire in favore della struttura. Per questo chiedo al vicepresidente della Regione, Fabio Carosso e all’assessore Marco Gabusi che dicano cosa intendono fare per tenerla aperta. Vogliamo che la Casa di Riposo resti pubblica, ma occorre poi trovare un soggetto capace di gestirla».
Ma per Rasero c’è bisogno anche di un altro approccio al problema: «Come dice il commissario, aiuterebbe molto se si smettesse di dire che la Casa di Riposo non ha alcun futuro. Insomma – conclude il sindaco – basta dichiarazioni che servono solo a creare allarmismo e non aiutano a risolvere i problemi».