Dopo la sconfitta di Asti dell’anno scorso, anche Alba deve inghiottire il boccone amaro per non essere stata scelta come Capitale Italiana della Cultura 2026. Questa mattina è stato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a decretare L’Aquila città vincitrice imponendosi sulle altre nove finaliste: Agnone (Isernia), Alba, Gaeta (Latina), Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso e l’Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena).
E pensare che gli albesi hanno sperato fino all’ultimo di poter strappare la vittoria, anche considerando il fatto che l’anno scorso era stata Agrigento a imporsi come Capitale della Cultura 2025 battendo, tra le altre città, anche Asti. Proprio la vittoria in Sicilia, secondo alcuni, avrebbe reso più facile riportare la vittoria tra le città del nord, in primis ad Alba. Tutto questo dimenticando il centro Italia e la candidatura de L’Aquila rinata dopo il devastante terremoto del 2009 di cui porta ancora le ferite.
Parole di vicinanza agli albesi per la sconfitta sono state espresse dal sindaco di Asti Maurizio Rasero «per il fatto che, ancora una volta, questo territorio non sia stato premiato». «La vittoria di Alba – commenta – sarebbe stata importante perché i nostri territori ormai sono un tutt’uno e, così come, quando vengono realizzate iniziative ad Asti ne beneficia l’intero territorio di Langhe, Monferrato e Roero, o come quando nel periodo in cui si svolge la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba, ci sono importanti ricadute economiche sull’Astigiano, il riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura 2026 ad Alba avrebbe sicuramente giovato anche alla nostra provincia. Alba avrebbe avuto tutto il diritto di ottenere questo riconoscimento proprio come Asti lo aveva nella passata edizione, ma a volte, logiche più grandi di noi, impediscono la concretizzazione dei sogni».
Ma per Rasero non è finita qui e già guarda al concorso per la Capitale dl 2027. «Ritengo, in ogni caso, che Asti ed Alba non debbano gettare la spugna ed abbandonare l’idea che un riconoscimento di questa portata possa finalmente premiare questo territorio. Fondamentale è quindi la sinergia che Asti ed Alba e la loro terra devono mettere in atto nel prossimo futuro, coinvolgendo il più possibile tutte le realtà già coinvolte nei due dossier ed allargando ad ulteriori soggetti che potrebbero apportare un valore aggiunto. Sono sicuro che lavorando sin da ora insieme potremo realizzare un dossier ancora più importante e prestigioso che ci permetterà il prima possibile di raggiungere l’obiettivo».
Parole di vicinanza agli amministratori albesi sono state espresse anche dall’assessore alla Cultura Paride Candelaresi: «Esprimo tutta la mia solidarietà ad Alba che non diventa Capitale della Cultura 2026. Tutta la mia vicinanza va ai colleghi che ci hanno lavorato, associazioni e istituzioni, perché so quanto impegno e risorse ci vadano per una corsa come questa. L’Aquila è quindi la città prescelta per il 2026. In bocca al lupo».
[il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi con il Ministro Sangiuliano]