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Intervista

«Lasciamo Asti, ma alla scuola Mazzarello rimarrà il carisma salesiano»

Le suore Figlie di Maria Ausiliatrice abbandonano la casa di via Conte Verde – A partire da settembre la scuola sarà gestita dalla cooperativa Progetto A

«Parliamo di revisione delle nostre opere dal 1995. Ora, complici il calo demografico e la diminuzione delle vocazioni, siamo state costrette a passare dalle parole ai fatti, lasciando la nostra casa di Asti dove gestiamo la scuola dell’infanzia e primaria».
A parlare è suor Isabella Maiolo, direttrice della Casa Madre Mazzarello di via Conte Verde, dove le suore Figlie di Maria Ausiliatrice sono presenti dal 1967. Dal prossimo anno scolastico, infatti, le religiose non saranno più presenti e la scuola sarà gestita dalla cooperativa Progetto A di Milano, già impegnata nell’Astigiano e in Piemonte.
Suor Maiolo, come si è arrivati a questa decisione?
Internamente parliamo di revisione delle opere dal 1995, a causa della diminuzione delle vocazioni. Assistiamo da tempo alla mancanza del ricambio generazionale, perché i nuovi ingressi sono in numero inferiore alle sorelle che vengono a mancare. Bisogna poi sottolineare che, a differenza del passato, la nostra formazione è differente. Se prima si entrava in congregazione da giovani, e successivamente si seguivano studi magistrali e una formazione in ambito pedagogico per diventare maestre, ora si entra in congregazione ad una età più elevata, con il proprio bagaglio culturale. Quindi, negli anni, abbiamo sempre più fatto affidamento ad insegnanti laiche, mentre noi suore abbiamo svolto altri compiti. Le nostre suore continuano ad essere ottime educatrici, ma senza le competenze specifiche legate all’insegnamento. Basti pensare alla nostra realtà astigiana: abbiamo solo più una consorella, suor Ilde Milivinti, che svolge il ruolo di maestra su un totale di 14 insegnanti tra infanzia e primaria. Considerata l’età avanzata, tuttavia, terminerà quest’anno con la classe quinta.
In base a quali criteri avete deciso il ridisegno delle opere?
In primo luogo abbiamo ceduto le scuole che avevamo in amministrazione, come la materna Regina Margherita ad Asti e altre realtà in provincia, per concentrare le religiose nelle nostre scuole. Poi abbiamo deciso quali case lasciare in base a numero di alunni e bilancio economico.
In quante suore siete rimaste ad Asti?
Fino all’anno scorso eravamo cinque. Tuttavia tre sono malate, per cui si sono trasferite in altre case per religiose anziane in cui possono curarsi. Attualmente, quidi siamo rimaste in due: io e suor Ilde, che però, come dicevo, ormai ha un’età troppo elevata per continuare ad insegnare.
Lei quale ruolo ricopre?
Sono direttrice della casa, mentre il coordinamento della scuola è già stato assunto da Federica Figlio Di Dio. Laico è ormai da anni anche tutto il personale che si occupa di pulizie, mensa e assistenza al fianco degli insegnanti.

Il ruolo della cooperativa Progetto A

Chi gestirà la scuola dal prossimo anno scolastico?
La cooperativa Progetto A, con sede a Milano ma impegnata in varie attività ad Asti e in Piemonte. Ci ha contattate perché attratta dal metodo educativo di Don Bosco, avendo già avuto a che fare con realtà salesiane. La cooperativa, quindi, gestirà la scuola (infanzia e primaria) dal punto di vista giuridico e amministrativo, che però rimarrà salesiana. Io mi trasferirò ad Alessandria, ma sarò presente alcuni giorni a settimana ad Asti per seguire questo passaggio: il carisma salesiano non si perderà. Anzi, voglio rassicurare personale e famiglie che non cambierà nulla: in queste settimane sono circolate voci non veritiere, mentre io voglio ribadire che non ci si deve preoccupare, dato che la realtà scelta è molto seria. Ammetto che abbiamo fatto i salti mortali per continuare a rimanere ad Asti, ma, considerata la situazione, penso sia la soluzione migliore per tutti.
E poi si parla tanto di apertura della Chiesa all’esterno. Questo ne è un esempio. Penso, infatti, sia un fatto positivo che una scuola religiosa vada in mano ai laici: è un segno di apertura mentale.
Qual è, secondo lei, il tratto caratterizzante della vostra scuola?
Il carisma salesiano e la metodologia educativa, talmente radicati nella nostra storia e nella nostra missione che rimarranno anche se andremo via noi religiose.

LA STORIA

Nell’autunno del 1967 l’avvio dell’oratorio e l’apertura della scuola materna

“Il 15 ottobre del 1967 la Casa apre i battenti con tanta speranza. I lavori non sono ancora terminati e la comunità non è costituita, ma due sorelle, pendolari dalla comunità vicina, iniziano l’opera dell’oratorio. Le bambine accolte sono soltanto due, con l’impegno di portare alcune amichette la settimana successiva. Alla seconda domenica di oratorio sono 13, la terza domenica 27, dopo un mese salgono a 40 e, nell’arco di un anno, in occasione dell’inaugurazione dei campi sportivi, all’oratorio sono presenti circa 300 tra bambini e ragazzi”.
E’ quanto si legge nella Cronaca della Casa, il diario relativo all’istituto “Madre Maria Mazzarello” della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice (Salesiane di Don Bosco), fondato appunto il 15 ottobre 1967 nella sede di via Conte Verde 182. La Casa aperta quel giorno prese il nome di “Madre Mazzarello”, e dal successivo mese di novembre cominciò il servizio di scuola materna (inaugurata ufficialmente il 4 maggio 1968) e, dall’ottobre del 1968, quello di scuola elementare.
E se l’oratorio di cui si parla nella Cronaca è cessato da anni, l’attività svolta ha compreso nel tempo altre iniziative, come l’Estate ragazzi, aperta anche a bambini esterni alla scuola, laboratori e attività extrascolastiche per gli alunni della primaria.

I “numeri” attuali

La scuola conta attualmente 90 bambini all’infanzia (seguiti da quattro insegnanti e tre assistenti) e 116 alla primaria (con 10 insegnanti). Tra gli insegnanti c’è solo più una religiosa, suor Ilde Milivinti, che terminerà l’insegnamento quest’anno, avendo concluso con la classe quinta i bambini di cui si è occupata in quest’ultimo ciclo.
Per farsi un’idea del “segno dei tempi”, basti pensare che negli anni, quando non si parlava ancora di calo demografico, si è arrivati anche a 100 bambini frequentanti la scuola materna e 150 la scuola primaria. Anni in cui la scuola poteva contare su un numero di suore elevato. Ancora nel 2017, quando sono stati celebrati i 50 anni della presenza della congregazione ad Asti, le religiose presenti erano dieci.

 

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