La globalizzazione del cibo, il proliferare ad Asti di catene nazionali e internazionali, non metterebbe a rischio i sapori della tradizione. Ne è convinto l’assessore comunale Riccardo Origlia a cui Rasero ha affidato anche la delega Cibo e Vino. «Sono certo che un’offerta diversificata non rappresenti un pericolo per le nostre tradizioni, ma si tratta di un segnale di crescita del territorio perché questi brand, prima di inaugurare un nuovo locale, compiono attenti studi in loco – spiega Origlia – Diversificare l’offerta gastronomica è un punto di forza, un plus per le nostre zone e per una città che punta sempre più all’indotto turistico. I ristoranti della nostra tradizione non vengono scalfiti, semmai ne escono rinforzati».
La differenza, però, la fa la qualità delle materie prime che dev’essere comunque il punto di partenza nelle scelte dei ristoratori locali. «Il livello qualitativo dev’essere sempre alto, – continua l’assessore – sebbene, da un certo punto di vista, ci sta anche che un ristoratore decida di rivisitare, in parte, i piatti della tradizione purché garantisca una sorta di continuità con il passato». Insomma, un’offerta non esclude l’altra e non c’è motivo per fare una guerra alle nuove tendenze gastronomiche.
«Senza dubbio il ruolo dei giovani in questo settore è fondamentale e spero sempre che le nuove generazioni abbiano voglia e interesse a lavorare nella ristorazione. Di esempi positivi ne abbiamo molti, quindi sono fiducioso». I locali tipici, dove si mangia la cucina piemontese/astigiana, rappresentano un importante volano per l’economia. Inoltre i turisti vogliono provare i gusti della tradizione e spesso il prezzo non è un problema. «Qualità delle materie prime, consapevolezza, attenzione all’aspetto formativo e capacità di relazionarsi con i clienti sono aspetti che reputo necessari quando si lavora nel mondo della ristorazione – aggiunge Origlia – Su questo fronte Asti è indubbiamente in crescita e la presenza di catene straniere, da quelle cinesi ai fast food, può convivere con i nostri locali». L’amministrazione sta lavorando affinché Asti abbia una programmazione di eventi tutto l’anno, limitando il più possibile i periodi “di bassa stagione”.
Ma proprio sul fronte dell’offerta gastronomica solo pochi giorni fa ha fatto discutere il video “Asti Criminale” pubblicato dallo youtuber e food blogger Franchino “Er’ Criminale”, che ha raccontano la sua esperienza, il 3 gennaio, alla ricerca di forni o locali di street food. Franchino, che conta oltre mezzo milione di iscritti al suo canale, non ha trovato forni aperti e ha scelto di provare piadina e panini in alcuni locali del centro evidenziando che, proprio in piazza San Secondo, ci sono troppe catene. Per gli affezionati del canale è noto che Franchino non abbia particolare passione per “l’omologazione del cibo”, specie delle grandi catene.
[nella foto l’assessore Riccardo Origlia]