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L'assessore Vercelli: «La cura dei più debolimisura la civiltà di un luogo»
Attualità

L'assessore Vercelli: «La cura dei più deboli
misura la civiltà di un luogo»

Il grado di civiltà di una città si misura dalla sua capacità di prendersi cura dei più deboli, e questo è un principio condiviso da molti, ma il come si debba esprimere la cura per i più deboli

Il grado di civiltà di una città si misura dalla sua capacità di prendersi cura dei più deboli, e questo è un principio condiviso da molti, ma il come si debba esprimere la cura per i più deboli è una questione aperta. Dobbiamo ispirarci a principi quali l’equità sociale, il bisogno come vero criterio di accesso ai servizi, l’attenzione alla programmazione, l’abbandono alla logica emergenziale nella gestione quotidiana, rifiuto dell’assistenzialismo. Bisogna avviare una profonda rivisitazione dell’assetto del sistema dei servizi sociali, approcciando il tema con una logica inclusiva, al cui centro c’è ogni singolo cittadino, con i suoi bisogni e le sue istanze.

Purtroppo  si è scelto di scaricare l’onere delle politiche sociali interamente sugli enti locali, quasi che solidarietà, equità ed inclusione sociale fossero questioni locali e non principi costituzionali. Ma proprio ora nel momento in cui più gravoso è il peso sella negativa congiuntura finanziaria, crediamo sia il caso di tornare ad investire sulle politiche sociali. Il ripristino della spesa sociale è un obbligo morale, ma anche un’opportunità  per rilanciare lo sviluppo e la crescita del paese.
In ultimo sarebbe opportuno ribadire  che le risorse che si vanno a risparmiare (vedi spending review) dovranno trovare una collocazione basata su una scala di priorità i cui primi gradini sono certamente occupati dal sostegno alle fasce più deboli della popolazione.            

Piero Vercelli
Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Asti

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