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Ex Maternità di Asti
Attualità
Intervista

Lavori del Pnrr all’ex Maternità di Asti, l’assessore Riboldi: «Chiederemo una proroga»

Dalla Regione arriva la conferma che l’immobile sarà comunque ristrutturato, con o senza i fondi del Pnrr, per farne un’Ospedale e una Casa di Comunità

L’ex Maternità di Asti sarà ristrutturata con o senza i fondi del Pnrr: così assicura la Regione. Tutto questo anche se i tempi per allestire e terminare il cantiere, con tanto di collaudi (31 marzo 2026) sono già “sfumati”. Il direttore generale dell’Asl AT, Giovanni Gorgoni, ha rilasciato qualche giorno fa una intervista al nostro giornale spiegando lo stato dell’arte del Pnrr in capo all’Asl, ma soprattutto ha sollevato le sue preoccupazioni sull’ex Maternità, dove con il Pnrr si deve ristrutturare l’immobile per allestire un Ospedale e una Casa di Comunità, oltre a realizzare la Cot (Centrale operativa territoriale).

Ma oggi, a meno di un anno dal termine ultimo per i collaudi, non è stato ancora aperto il cantiere per il quale il cronoprogramma prevede 820 giorni di lavori. Interventi coperti solo in parte dai fondi del Pnrr (circa 3 milioni) anche se il direttore generale Gorgoni, proprio confrontandosi con la Regione, è riuscito a ottenere altri 3 milioni di euro per completare l’opera. Intanto nell’edificio è spuntato l’amianto con ulteriori 180 giorni di bonifica per un costo di circa 600.000 euro che l’Asl è pronta a coprire con risorse proprie.

Rassicurazioni arrivano dall’assessore regionale alla Sanità Riboldi il quale sostiene che la partita del Pnrr non sia ancora conclusa. Parole che sono state accolte con favore dal direttore generale Gorgoni: «Le rassicurazioni dell’assessore Riboldi ci confortano e ci confermano nella convinzione che l’opera sia considerata strategica dalla Regione nell’interesse di tutta la Comunità astigiana – commenta – Seguiremo l’iter dell’intervento con la stessa cura e attenzione dedicate quotidianamente a tutti i cantieri del Pnrr».

Assessore Riboldi, persi i soldi del Pnrr sull’ex Maternità e con un cantiere che non è ancora stato aperto, come intende agire la Regione per realizzare il recupero dell’immobile? Troverà altri 3 milioni di euro?

Non esiste il rischio di perdere il finanziamento, perché sarà richiesta al Ministero della Salute una proroga, in quanto l’immobile deve essere bonificato per la presenza di amianto (motivo per il quale si può chiedere una proroga). Se la proroga non fosse concessa, i fondi del Pnrr saranno utilizzati per altre esigenze delle Asr e, in ogni caso, l’ex Maternità sarà comunque completata come da programma attingendo ai fondi ex Articolo 20 o ai fondi europei Fsc.

Al di là di eventuali responsabilità sui ritardi e sull’incoerenza del progetto, che dovranno essere accertate, ritiene che la politica avrebbe dovuto “vigilare” di più sulla partita del Pnrr per l’ex Maternità? O vede solo responsabilità di natura tecnica?

Col senno di poi è sempre più facile dare giudizi e trarre conseguenze: io sono abituato a lavorare e cercare soluzioni a problemi e criticità che mi si pongono davanti, al di là delle eventuali responsabilità. La sanità pubblica, oggi, ha bisogno di concretezza, determinazione e, soprattutto, coesione di visione e intenti che superino divisioni e polemiche che non fanno altro che creare falsi allarmismi tra la popolazione. L’obiettivo è arrivare a una sanità pubblica, universale e gratuita e su questo io lavoro. Con questo obiettivo come faro, nei primi mesi del mio mandato ho creato task force e gruppi di lavoro composti da altissime professionalità proprio per vigilare e supportare tutti gli iter più complessi.

Sull’ex ospedale di Asti, che continua a rappresentare un enorme “buco” urbanistico, la Regione ha finalmente definito un piano d’azione per la riqualificazione dell’immobile? Poiché la vendita all’asta, tentata più volte, non è riuscita, si percorrerà un’altra strada?

Per quanto riguarda i progetti di riqualificazione dell’ex ospedale ci sono state tante idee, ma nessuna si è concretizzata. Come Regione siamo disponibili a metterci attorno a un tavolo e ad ascoltare tutte le proposte utili per valorizzare un immobile e un’area di notevole rilievo per la città di Asti.

In passato qualcuno (anche esponenti dell’attuale maggioranza che governa la Regione) aveva annunciato la presenza di possibili investitori interessati al recupero dell’ex ospedale, ma poi tutto è finito nel nulla. Lei che idea si è fatto di tutta questa travagliata vicenda?

La costruzione di nuovi presidi con l’abbandono di quelli precedenti è purtroppo una pratica che nel passato ha abbondato. È nostra intenzione farla cessare in una logica di condivisione delle responsabilità e di circolarità nell’impegno delle pubbliche amministrazioni.

Il direttore generale dell’Asl ha detto di aver inoltrato alla Regione un progetto per allestire un primo hospice al Cardinal Massaia, con una decina di posti letto, nell’attesa che si possa realizzare quello definitivo, possibilmente nell’ex Maternità. Pensa che si possa arrivare ad autorizzare l’hospice al Massaia in tempi brevi? E l’idea di costruirne uno definitivo all’ex Maternità, se e quando sarà ristrutturata, può davvero essere fattibile?

Sull’hospice la sede potrebbe essere nell’ex Maternità. Asti è l’unica città capoluogo di provincia in cui attualmente non esiste un hospice e quindi investire in questa direzione è naturale.

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