Con 518 preferenze già ottenute, le Antiche Mura di Asti sono uno dei “Luoghi del Cuore” che si possono votare sul sito del Fai. Ogni luogo ha un testimonial che sostiene la candidatura e racconta perché dovrebbe essere votato nel contest nazionale. Beatrice Caranzano, 24 anni, lavora proprio a un progetto per la valorizzazione delle Antiche Mura. «Studio alla Magistrale di Architettura per il Patrimonio, al Politecnico di Torino – racconta – e ho seguito un corso sulla conoscenza e tutela del patrimonio nel quale si doveva scegliere un bene da approfondire con determinate caratteristiche: doveva essere un bene comune e da valorizzare. Ho quindi pensato alle Antiche Mura». Caranzano, per portare a termine il suo studio, è entrata in contatto con il Fai e con i responsabili della delegazione di Asti. L’obiettivo della studentessa è valorizzare le Antiche Mura, ma il primo scoglio è superare le 2.500 firme, entro il 10 aprile, per dare al sito la possibilità di poter entrare nella seconda fase del censimento.
«Il tratto delle Antiche Mura, tra i campi da tennis e piazza Lugano, presenta delle grandi potenzialità – continua Caranzano – perché, a differenza di altri tratti inglobati dall’urbanizzazione, presenta un percorso che andrebbe sfruttato in modo diverso». La giovane universitaria ha creato il Comitato “Insieme per le Mura di Asti” che promuove la raccolta firme sostenuta dal Fai. Il progetto di riqualificazione vero e proprio non è stato ancora scritto, ma gli obiettivi sono molteplici e non solo in chiave turistica. «Il primo obiettivo è far conoscere il bene alla comunità locale che, secondo me, non lo conosce a sufficienza e non ne fruisce in nessun modo. Tra l’altro, cercando su internet informazioni e fonti su questo sito, ci si imbatte soprattutto in articoli negativi, di cronaca, o comunque dove vengono denunciati problemi di varia natura».
Le Antiche Mura di Asti non sono soltanto un luogo antico, ma un sito archeologico e come tale meriterebbero di essere preservate e valorizzate, prima ancora di essere raccontate. Questo non avviene e lo stato di degrado è evidente. Ma come valorizzarle? «Prima di tutto non bisogna puntare solo all’aspetto turistico perché questo luogo ha un valore storico, architettonico e culturale – continua Caranzano – Piuttosto c’è bisogno di sensibilizzare la comunità locale affinché lo conosca e proporre progetti concreti, efficaci, che non vadano ad aggiungere attività, ma rendano fruibile le Antiche Mura grazie a una manutenzione ordinaria e straordinaria. Immagino una migliore illuminazione, perché i lampioni che ci sono illuminano poco o niente; magari si potrebbero installare luci artistiche che, la sera, illuminino le mura, creare un sentiero, pavimentato o comunque adeguato ad essere percorso sempre, anche da chi è in carrozzina o con i passeggini. Dopo ogni pioggia è davvero poco piacevole camminare sul fango. Quindi bisognerebbe installare delle panchine, garantire una corretta manutenzione del verde tutto l’anno e posizionare cartelli informativi che diano notizie sul monumento, anche usando dei Qr-Code».
Ma oggi cosa manca in termini di sensibilità? «Dalla mia ricerca – conclude Caranzano – manca una “comunità patrimoniale” che attribuisca un determinato valore a un patrimonio e lo faccia conoscere».
[nella foto la studentessa Beatrice Caranzano]
Una risposta
Brava, bravissima, ci vorrebbero più persone attente come lei al degrado in cui versano alcune zone e patrimoni di Asti. Io stesso mi sono chiesto in passato del perché le nostre mura già sacrificate dalle costruzioni adiacenti non venissero valorizzate come meritano. Il degrado in cui versano è scoraggiante, non solo non sono adeguatamente accudite ma sono diventate ricettacolo di spacciatori e drogati, insicure per chi amerebbe passeggiare magari coi bambini costeggiando quelle mura che evocano ad un passato glorioso della nostra città.