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Le famiglie che occupano l’ex mutua:«Stufi di stare al buio e al freddo»
Attualità

Le famiglie che occupano l’ex mutua:
«Stufi di stare al buio e al freddo»

Un'occupazione che va avanti da quattro anni, la rigidità dell'inverno alle porte, la mancanza di corrente elettrica e poco riscaldamento si sono sommati ad uno scambio di battute

Un'occupazione che va avanti da quattro anni, la rigidità dell'inverno alle porte, la mancanza di corrente elettrica e poco riscaldamento si sono sommati ad uno scambio di battute interpretato come una minaccia. Questo mix ha riacceso la rabbia di una dozzina di famiglie che vivono abusivamente nei locali dell'ex Mutua di via Orfanotrofio e che mercoledì si sono presentate all'ennesimo incontro con l'assessore ai servizi sociali Piero Vercelli.

«Qui la situazione sta degenerando – racconta Younes Samsem – dopo quattro anni siamo ancora in queste condizioni. Casa non ce l'avevamo allora e casa continuiamo a non avercela adesso». Solo che fino a qualche mese fa avevano almeno la corrente elettrica, grazie ad un contatore da cantiere che però è troppo costoso e le famiglie hanno accumulato debiti con l'Enel che glielo ha staccato. E non potrà riattaccarlo per effetto del decreto Lupi che vieta le utenze agli occupanti abusivi. «Ci arrangiamo come possiamo – prosegue Younes – Di giorno ci facciamo bastare la luce del sole e non usiamo nulla di elettrico e di sera accendiamo qualche ora i generatori di corrente per cenare. Ma poi basta». Il riscaldamento è, in tutti gli alloggi di fortuna, a legna, con canne fumarie che attraversano le camere e sbucano nel cortile interno. «Qualcuno può comprarsi un po' di legna, altri la raccolgono in giro, altri ancora si arrangiano andando a prendere pedane rotte o cassette del mercato per bruciare».

Il problema igienico dei topi al piano terra sembra risolto grazie ad una potente derattizzazione "fai da te", ma le condizioni di vita nel grande complesso non sono certo ottimali, soprattutto per la presenza di molti bambini. E proprio sui piccoli si è diffusa ieri la paura più grossa per una frase detta dall'assessore Vercelli durante l'incontro. «Non credano di portarci via i bambini solo perchè viviamo in queste condizioni – afferma Salvatore Virgillitto – ai nostri figli ci pensiamo noi e non li facciamo morire di freddo. Qui l'unica soluzione sembra sempre quella di disfare le famiglie ma noi non ci faremo portare via i figli, a costo di arrivare allo scontro». Gli occupanti non rientrano nella lista delle emergenze abitative, perchè, andandosene dai loro precedenti alloggi per occupare l'ex Mutua, sono usciti dalla condizione "sotto sfratto" e dunque rientrano nella graduatoria ordinaria dell'Atc, ma hanno tutti pochi punti per poter aspirare ad una assegnazione ordinaria.

«Pensare che nei quartieri popolari ci sono tanti alloggi vuoti – denuncia Zackaria Abdelhaq – a me, un assegnatario che però vive da un'altra parte, ha offerto di subaffittarmi l'alloggio per 180 euro al mese mentre lui, ora, ne paga 50 e non lo usa». Ad un altro degli occupanti sono stati chiesti 2 mila euro in cambio di un inserimento nello stato di famiglia di un inquilino Atc che però vive e lavora all'estero. Lui ha rifiutato perchè «se devo andare in una casa popolare voglio che sia una cosa giusta e regolare». «Così non si può più stare – proseguono Younes, Zackaria e Virgillitto – o ci aiutano a trovare un'altra sistemazione più dignitosa oppure ci aiutino a mettere a posto questi locali. Noi siamo disposti anche a contribuire alle spese e soprattutto a fare dei lavori pur di sapere di poter rimanere qui in condizioni migliori».

Daniela Peira

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