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Attualità

Le minoranze contro il partito unico
«Troppi poteri in mano a Brignolo»

«La riforma delle Province è uno spot elettorale perché è solo stato tolto ai cittadini il diritto di votare facendo in modo che i politici si votino tra loro. Ad Asti abbiamo avuto una lista

«La riforma delle Province è uno spot elettorale perché è solo stato tolto ai cittadini il diritto di votare facendo in modo che i politici si votino tra loro. Ad Asti abbiamo avuto una lista unica, decisa da pochi, e abbiamo la sensazione che sia stata la nascita del "partito della città" mentre, a livello nazionale, si sta andando verso il "partito della nazione"». Così il consigliere di minoranza Anna Bosia (Uniti per Asti) commenta l'avvio della Provincia di 2° livello con il sindaco Brignolo quale nuovo presidente.

Lo fa in una conferenza stampa congiunta insieme al collega Massimo Scognamiglio (Federazione della Sinistra), all'avvocato Maurizio La Matina (SEL) e con l'appoggio del Movimento 5 Stelle. «Nel primo Consiglio la mancata ratifica del presidente è stata significativa – continua – perché l'incompatibilità di Brignolo con la sua presenza nel CdA della CrAsti è palese, come lo era anche prima del voto. Ricordo, inoltre, che Brignolo "tripla carica" esce da un partito che diceva basta ai doppi incarichi e fuori dalle banche. Noi riteniamo che non si possa fare bene, nello stesso momento, il presidente della Provincia, il sindaco della città e il consigliere di banca».

Sul caso della incompatibilità si tornerà a discutere mercoledì pomeriggio alle 14 durante il prossimo Consiglio provinciale nel quale il presidente Brignolo dovrà dire se lascerà il CdA della banca oppure dovrà portare le proprie osservazioni alla contestazione formale mossa dai consiglieri. «Non vorrei che il presidente, obbligato ad abbandonare la banca, sbandieri la decisione facendola cadere dall'alto come se fosse un dovere verso la città – aggiunge il consigliere Scognamiglio – mentre mi auguro di vederlo uscire dalla CrAsti ma non per entrare nel CdA di Biverbanca dove già si trova il suo predecessore».

Anche La Matina, tra i dirigenti di SEL, critica la lista unica nell'Ente di piazza Alfieri e, citando il "Patto del Nazareno" punta il dito contro ciò che ironicamente chiama "il Patto di San Secondo": «Alcuni partiti politici si sono seduti intorno ad un tavolo attribuendo a questa lista un potere, tutto questo insieme al sindaco di cui sarebbero, in Comune, all'opposizione». Per La Matina l'esclusione di SEL dal Consiglio comunale, dopo l'accordo con l'UDC e in vista del ballottaggio delle ultime elezioni amministrative, è avvenuto «perché Brignolo ha percepito che la direzione politica che voleva dare alla sua amministrazione era incompatibile con un partito come Sinistra, Ecologia e Libertà, un progetto che ha anticipato per certi versi quello fatto da Renzi».

Sul caso "incompatibilità" La Matina rincara la dose: «Possiamo dire che la presenza di Brignolo nel CdA della Cassa non ha portato alcun beneficio alla cittadinanza astigiana. Abbiamo inoltre potuto constatare la mancanza di una caratterizzazione e di un progetto politico da parte di questa amministrazione – aggiunge – Una città dove non si parla di grandi temi, dove il commercio è defunto, dove non esistono quasi più attività imprenditoriali, dove non si sa come venga affrontato il problema del lavoro, dove ci sono polemiche anche sul turismo e sull'Unesco ma, nel frattempo, nella quale si discute concitatamente sull'arrivo di una ruota panoramica e sulla casette di Natale».

Anche il consigliere Zangirolami commenta il caso Provincia ricordando che il M5S «è stato il primo a tirare fuori la faccenda dell'incompatibilità tra i due ruoli di presidente e membro del CdA». I consiglieri dell'opposizione tornano infine sullo scandalo ATC: «La maggior parte delle forze politiche sono state silenti sulla vicenda nonostante il fatto che siano stati sottratti circa 10 milioni di euro». «Adesso sembra che si vada al patteggiamento – puntualizza Scognamiglio – ma vorrei che ci fosse il modo per l'ATC di riprendersi i soldi rubati per finanziare interventi sull'emergenza casa».

Riccardo Santagati

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