Bravissime le quattro giovani studentesse universitarie di Asti che hanno presentato una soluzione semplice ad un problema grande di livello planetario.
Miriam La Matina, (laureata in Fisica all’università degli studi di Padova attualmente studentessa della magistrale in Physics), Isabella Adinolfi, (studentessa di Farmacia all’università degli studi di Pavia), Anna Rosso, (laureata in economia aziendale all’università degli studi di Torino e studentessa per conseguire la magistrale in amministrazione e controllo aziendale) e Gaia Mussa, (laureata in scienze della comunicazione all’università degli studi di Torino e studentessa della magistrale in Comunicazione pubblica e d’impresa in digital communication and public opinion all’università degli studi di Milano) hanno rappresentato l’intera Europa con il loro progetto “Ardè” alla finalissima del concorso di idee indetto dal Geneva Institute la cui commissione giudicatrice ha loro assegnato il terzo posto.
Ardè è un’evoluzione del baracchino dei nonni operai o manovali: un contenitore di acciaio dal design moderno da impiegare nel food delivery così tanto impiegato in tutto il mondo, soprattutto dopo la pandemia.
Il problema da risolvere era quello della riduzione di rifiuti derivanti dalla grande mole di contenitori usa e getta impiegati nel confezionamento e nelle consegne dei piatti a domicilio.
Con “Ardè” le quattro amiche e compagne di medie e liceo, ognuna per la sua competenza, hanno riportato il concetto di “vuoto a rendere” per una sistema di consegna del cibo più sostenibile dal punto di vista ambientale. Un’idea buona per tutto il mondo.