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«Le rigidità della sinistra hanno impedito l’unità»
Attualità

«Le rigidità della sinistra hanno impedito l’unità»

La consigliera Anna Bosia rompe il silenzio stampa, appoggia la candidatura di Beppe Rovera e vola all’attacco di destra e sinistra

Con la discesa in campo di Beppe Rovera a candidato sindaco indipendente, anche la consigliera Anna Bosia (Uniti per Asti) è pronta a restare in politica, sostenendolo e rompendo un silenzio stampa durato alcuni mesi.

Questi ultimi due mesi sono stati molti complicati per lei e la sua lista civica. Cosa è successo?

L’esperienza maturata in questi 10 anni mi ha insegnato che non bisogna arrendersi: sarebbe la vittoria della vecchia politica che teme le persone libere da logiche di partito. Sono stati tanti i cittadini che mi hanno chiesto di continuare nel mio impegno. Credo comunque che sia il destino delle liste veramente civiche, lottare per mantenere indipendenza e connotazione propria. Rovera rappresenta idealmente una continuità con l’esperienza della mia lista civica, con un salto di qualità e di coraggio: oggi non siamo più a sostenere un candidato di partito, ma proponiamo un nostro candidato sindaco. 

Non è un segreto che lei avrebbe voluto Rovera come candidato sindaco di un centrosinistra rinnovato, senza una forte connotazione del PD, ma anche indipendente dalla Casa del Popolo. Insomma, la sinistra astigiana non riesce proprio a trovare un accordo programmatico comune e vincente?

Avevo sperato nel tentativo messo in atto dall’avvocato Mirate al fine di trovare un accordo tra le forze del centrosinistra astigiano per un programma comune, da realizzare con un sindaco indipendente dai partiti. Purtroppo il tentativo non ha trovato sbocchi positivi. Infatti, dopo la prima riunione durante la quale io mi dichiarai a favore di Rovera insieme al PD, mentre i miei colleghi di gruppo consigliare per Passarino, tutto si è arenato. L’avvocato Mirate propose la mediazione per coinvolgere tutti e due i candidati in buona collaborazione, ma le forti rigidità della sinistra sul nome di Passarino hanno impedito di realizzare il progetto che i cittadini di centrosinistra stavano aspettando. La sinistra, che si è assunta questa responsabilità, mi ha condotta inevitabilmente a chiudere l’esperienza di Unitisipuò. Il motivo? Questa lista di sinistra, invece di aprirsi verso un nuovo approccio inclusivo, si è di nuovo chiusa in una posizione di isolamento. Con il PD, nonostante il tentativo di dialogo iniziale con la disponibilità verso un candidato non di partito, non è stato possibile arrivare ad una collaborazione non essendo stata manifestata alcuna discontinuità con l’amministrazione Brignolo. 

Uniti per Asti ha sostenuto Brignolo per alcuni anni, poi si è divisa dalla maggioranza, ma anche spaccata internamente. C’è stata poi l’unificazione con Possibile e Federazione della Sinistra e la nascita di Uniti si può, progetto naufragato. Avere in casa Bosia è così difficile?

Uniti per Asti ha sostenuto Brignolo per neanche due anni ed è passata in opposizione quando il suo modo di governare è diventato insostenibile: la sovrapposizione di “poltrone”, la Provincia consegnata al centrodestra, il posto nel CDA della CRAT, il teleriscaldamento nell’area dell’ospedale per cui è stato negato anche la consultazione degli astigiani con il referendum… non credo di essere io la difficile: credo invece di essere stata coerente a differenza di chi ha stravolto un programma elettorale che del centrosinistra non conservava più nulla. La formazione di Unitisipuò è stata un’esperienza positiva all’interno del Consiglio finché ci ha permesso di essere incisivi nelle attività amministrative, ma fuori la mia componente civica non ha mai incontrato un vero sostegno da parte delle forze di sinistra, anzi veniva vista come una riduzione della loro visibilità politica.

In questi giorni stiamo vivendo la polemica elettorale tra PD e centrodestra sull’indipendenza dei candidati rispetto ai “vecchi” della politica, nazionale e locale. C’è chi accusa Rasero di vivere all’ombra di Giorgio Galvagno e chi accusa Motta di essere vicina all’establishment economico oltre che sostenuta dai big del centrosinistra regionale. E’ sicura che Rovera riesca a farsi ascoltare dagli elettori moderati e dalla cosiddetta società civile?

Persiste tra i cittadini un clima di sfiducia nei riguardi dei partiti. Infatti i soggetti candidati sindaci non manifestano più appartenenze partitiche: non si vedono i simboli di partito sui manifesti affissi in città, tuttavia non è difficile individuare forme di vecchia politica partitica dietro Rasero e Motta. Anche i candidati del M5S, che dovrebbero essere nuovi e liberi per definizione, possono essere condizionati dai loro garanti essendo a rischio di espulsione se si mostrano troppo indipendenti. Rovera invece sarà un sindaco libero, che non dovrà rispondere alle logiche di partito perché i suoi interlocutori saranno unicamente i cittadini.

Una sola lista civica, quella di Beppe Rovera, e l’ambiente come uno dei pilastri del programma elettorale. In cinque anni di Brignolo si è parlato poco di ambiente e pochi sono stati i progetti effettivi per sostenere una città più verde. Lei, in particolare, è stata molto critica a riguardo.

Ad Asti c’è tanto lavoro da fare e nessuna attività può essere condotta in modo a sé stante. Solo una trasformazione profonda, anche culturale, può portare contestualmente lavoro, sviluppo sostenibile, aria pulita, più sicurezza e servizi migliori. La pedonalizzazione del centro deve essere ampliata, ma se contestualmente non si adottano iniziative per rivitalizzare il commercio, si rischia di peggiorare le cose. La mobilità deve essere migliorata con i servizi pubblici, le piste ciclabili e i parcheggi periferici.

La consigliera Bosia, più che qualche sassolino, ha delle vere cave di marmo da togliersi dalla scarpa. Ne vuole approfittare?

Certamente 10 anni da consigliere non sono stati un’esperienza di comodo da cui ricavare vantaggi personali, come credo di aver sempre dimostrato. Credo anche di aver contribuito in alcuni casi ad evitare scelte sbagliate se non dannose per la città come per esempio nel caso del teleriscaldamento. Certamente nella mia attività ho incontrato resistenze e contrapposizioni per cui la mia presenza è stata effettivamente scomoda per qualcuno. Ho sempre detto apertamente il mio pensiero con chiarezza, trasparenza e correttezza. Non tutti hanno usato la stessa correttezza nei miei riguardi. Da Brignolo, che ha estromesso dalla Giunta solo la formazione di Uniti per Asti che pure aveva contribuito alla sua elezione, per arrivare alla lista di Unitisipuò che, nonostante i miei ripetuti inviti, ha mantenuto quella denominazione anche se la parola “uniti” in quel contesto non abbia più alcun significato.

Se Rovera non dovesse vincere le elezioni, lei è pronta ad altri cinque di anni di opposizione?

Se mi verrà ancora una volta conferita la fiducia per entrare in Consiglio Comunale, certo non mancherò di onorare i miei impegni nei riguardi dei cittadini, anche in opposizione.

Riccardo Santagati

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