Flash mob pacifico in piazza Aosta
Era la più piccola piazza d’Italia inserita nel circuito del movimento “6 mila sardine”, non foss’altro per la capienza nonostante la suggestione della location. “Sardine a Canelli Città”, domenica sera, non si è sentita meno importante di piazza San Giovanni a Roma, del Duomo a Milano o piazza Castello a Torino. Chiamate a raccolta le “sardine” della Valle Belbo si sono date appuntamento nello slargo ai piedi della collina di Villanuova approntata con il fascino di un presepe.
Tra i partecipanti anche politici e amministratori
Trecento persone, c’è chi dice di meno, ma tant’è: la mobilitazione non è un numero. Tanti giovani, qualche consigliere comunale, persone di mezza età, il sindaco di Moasca Andrea Ghignone, l’ex parlamentare Massimo Fiorio. Flash mob pacifico, a tratti allegro, senza rinunciare ai temi politici che fanno da guida all’onda che sta invadendo lo Stivale: no alla violenza verbale, toni meno astiosi, al bando la “paura” e maggior inclusione, stop al sovranismo. Spunti emersi dalla lettura del manifesto presentato il giorno prima da Mattia Sartori, leader riconosciuto del movimento.
La musica, da “Attenti al lupo” a “Bella Ciao”
Nessun discorso ufficiale, quasi a volersi smarcare dalla politica urlata. Tante sardine sagomate, cartelli, striscioni. “Canelli si sLega” si legge su un telo bianco, chiaro riferimento alla Lega di Matteo Salvini. Le canzoni, annunciate sui social “per impararle meglio” cantate in coro. Chi non conosce le parole ritma con le mani. Si suonano Human di Rag’n’Bone Man, Attenti al Lupo di Lucio Dalla, Ma il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano, Tubthumping di Chumbawamba. A chiosa, quello che pare essere diventato l’inno delle “sardine”: Bella Ciao.
Ci sarà un dopo? chiede qualcuno. Ci saremo, ci faremo sentire, parteciperemo: è la voce del popolo di “Sardine a Canelli Città”.