Erano passati appena sei mesi o poco più:. Negli occhi dei canellesi limmagine dellalluvione era un ricordo vivido, le ferite procurate dalla furia di acqua e fango ben visibili sui muri delle
Erano passati appena sei mesi o poco più:. Negli occhi dei canellesi limmagine dellalluvione era un ricordo vivido, le ferite procurate dalla furia di acqua e fango ben visibili sui muri delle case, lodore del fango rappreso ancora esalava i suoi miasmi, la ricostruzione che procedeva incalzata dalla burocrazia, il ritorno alla vita normale segnato da un passo ancora intriso di rabbia, paura e amarezza. Erano i giorni in cui, spazzata dalla strade la polvere e aspirata tutta la melma dagli cantinati, un gruppo di canellesi si interrogava su come si potesse, se non prevenire, quantomeno attutire la furia di un tale evento. Era il primo embrione di quello che, di lì a poco, divenne il gruppo della Protezione Civile di Canelli, il primo nel sud astigiano.
Era il 1995. I locali di proprietà comunale, in paese, erano un ammasso di umidità, inservibili. Si accasarono, allora, lontano dal pericolo, almeno quello rappresentato dallacqua, nellex scuola elementare di SantAntonio, tra le vigne di Moscato. Una ventina a comporre il nucleo originario, sostenuto dallesuberanza e dalla passione di Aldo Vedelago, ex pompiere in pensione. Spicca la figura di Franco Bianco, storico presidente ed ancora oggi anima del gruppo. Ventanni fa. Pare ieri. Eppure la loro storia, in questi due decenni, ha fatto passi da gigante. Dalle prime pale e picconi ai mezzi recuperati grazie a qualche donazione, lossatura organizzativa che si consolidava, la sede che scendeva a valle al Com di via Bussinello, la centrale operativa.
E, poi, lingrossarsi delle sue fila, il parco mezzi sempre più ricco ed efficiente, le esercitazioni. In mezzo, gli interventi in tanti situazioni drammatiche: Umbria, Liguria, Albania, Puglia, il terremoto a LAquila, il fiume di fango a Borghetto Vara nello spezzino. E gli interventi, centinaia, nei boschi di astigiano e Langa, a domare incendi, a controllare frane, a combattere le avversità. Sino alla nuova sede, lex cascina Merlino a ridosso della cassa di espansione. Oggi la guida Stefano Martini, a capo di una cinquantina di volontari. La celebrazione del ventennale oggi – sabato – alle 15,30 in sede. In modo sobrio, come lo sono loro, sentinelle del territorio.
Giovanni Vassallo