Si è corso domenica il Palio di Legnano, l’ultimo che ha visto al canapo nella città lombarda cavalli purosangue. Dal prossimo anno, infatti, adeguandosi alle disposizioni del nuovo decreto Abodi, saranno i mezzosangue i soggetti protagonisti sulla pista dello stadio Mari. Il successo è andato alla Contrada Sant’Ambrogio, che, stando ai pronostici della vigilia, non partiva tra le favorite. Si inseguivano nell’ambiente paliesco legnanese le solite incomprensibili (e ripetute) considerazioni che non accreditavano Giuseppe Zedde, il fantino che ha trionfato, di particolari chances ed attitudini per primeggiare nella competizione. Molti i dubbi avanzati riguardanti soprattutto il cavallo scelto per affrontare la corsa. Tutto ponderato alla perfezione.
“Gingillo” ha smentito tutti, dando un saggio sia in batteria che in finale (in primis alla mossa) della padronanza della situazione, galoppando con la tecnica indiscussa in suo possesso, non riconosciutagli, o riconosciutagli a stento, a Legnano. Lo sfogo di Zedde dopo la vittoria è ampiamente comprensibile. “Questo Palio va in faccia a quelli che qui mi avevano screditato, dicendo che non ero fatto per questa corsa”. E pensare che “Gingillo” a Legnano vanta tre vittorie e ben quattordici finali conquistate in diciotto partecipazioni. Un record. Qualcuno credo stia ricredendosi. E in fretta.
E c’è da scommettere che negli appuntamenti di Siena (2 luglio e 16 agosto) ed Asti (7 settembre, dove correrà per San Lazzaro), Giuseppe Zedde, da grande professionista, si presenterà prontissimo: ad Asti con cavalli suoi e a Siena, vista l’ultima estrazione e le Contrade che correranno di diritto, con aperte buone soluzioni che potrebbero consentirgli di recitare un ruolo di primo piano. E se gli capiterà l’opportunità non se lascerà certo sfuggire.