Sicurezza sul lavoro è attenzione e precauzione ma, soprattutto, condivisione, informazione e ricerca. Questo, in sintesi, quanto emerso dal convegno organizzato dall’Unione industriale, promosso da Confindustria e Inail nell’ambito della settimana “Asti si’cura” dedicata alla sicurezza sul lavoro, che ha avuto come tema “Premio imprese sicurezza sul lavoro”, progetto nato nel 2007 dopo la tragedia della Thyssen di Torino. Relatori dell’evento Silvia Rivetti, direttore Inail Asti e Alessandria; Piero Albini, responsabile servizio sindacale Confindustria Roma e Luigi Costa, presidente Unione industriale. Presenti, inoltre, Matteo Facchetti, direttore dello stabilimento O-I Italy di Asti, finalista del premio nella scorsa edizione, affiancato da Marianna Picozzi (Aspp di stabilimento) e Fabrizio Coltella (coordinatore ambientale del gruppo per Italia e Ungheria).
L’iniziativa e l’esperienza della O-I
«Questa iniziativa – ha sottolineato Albini – non premia il migliore, ma riconosce i progressi fatti dalle aziende in tema di sicurezza». Riguarda, quindi, tutto ciò che si deve fare come prevenzione. Argomento che è stato ampiamente illustrato dai rappresentanti di O-Italy SpA che produce bottiglie di vetro, conta una settantina di stabilimenti nel mondo e circa 24mila dipendenti. «La sicurezza in questo settore è migliorata negli ultimi dieci anni – ha commentato Facchetti – abbiamo ancora qualche incidente ma stiamo mettendo molto in campo per arrivare all’obiettivo di zero infortuni».
«Pratiche che diffondiamo in tutti i nove stabilimenti italiani – ha aggiunto Fabrizio Coltella, spiegando la decisione di iscriversi al premio – sfide che affiancano evoluzioni culturali e che accompagnano l’introduzione di psicologi».
«Da noi – ha aggiunto Picozzi – la sicurezza è rivolta soprattutto al comportamento e, sul lavoro, l’invito è a riflettere all’insegna del motto “Fermati, rifletti, proteggi”. Inoltre è fondamentale la comunicazione, l’osservazione e la facoltà di fermare chiunque (anche un superiore) svolga un lavoro non in sicurezza. Infatti tutte le nostre divise riportano la scritta “Rispetta la vita, rispetta te stesso”. Facciamo formazione interattiva e pratica, corsi specifici, analizziamo gli infortuni successi. Inoltre, da quest’anno, abbiamo anche un servizio con psicologi in video chiamata, tema spesso sottovalutato».