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L’insulto a una coppia gay di Asti «è il sintomo di un’omofobia sistemica, normalizzata, pericolosa»

Arianna Franco della Segreteria Cgil di Asti e l’associazione Asti Pride condannano il fatto e chiedono alle istituzioni misure urgenti per arginare il fenomeno

L’ultima aggressione verbale omofoba avvenuta ad Asti contro l’ex presidente di Asti Pride Patrizio Onori e suo marito è stata duramente condannata da Arianna Franco della Segreteria Cgil di Asti e Ufficio Nuovi Diritti.

«Appreso dell’increscioso episodio accaduto nei giorni scorsi ai danni dell’attivista e amico nonché già Segretario della Fisac Cgil Patrizio Onori e a suo marito, siamo a manifestare loro il nostro più forte sostegno – commenta Franco – Non possiamo che ammettere a noi stessi che in queste situazioni ci pervada un senso di forte frustrazione; sui diritti civili, e in particolare sui diritti Lgbtqi+, nel nostro Paese si è innestata una profonda retromarcia. Atteggiamenti machisti, omofobi e intolleranti sono ampiamente tollerati e avvallati dalla classe dirigente e stanno condizionando pesantemente anche i giovanissimi, proprio quelle “nuove generazioni” nelle quali tutto l’attivismo riponeva un po’ di speranza. È urgente un cambio di rotta; – continua la sindacalista – anche la classe politica locale deve farsi carico dell’accaduto, del perpetrarsi di episodi di intolleranza e attuare interventi urgenti proprio a partire dai più giovani per favorire un clima di inclusione e rispetto».

Sull’accaduto si registra anche il duro commento dell’associazione Asti Pride: «Frocetti. Due attivisti di Asti Pride sono stati insultati in centro città. Non è “solo una parola”. È il sintomo di un’omofobia sistemica, normalizzata, pericolosa.
Non riguarda solo loro. Riguarda tutti. 
Ogni insulto, ogni aggressione mina i diritti e la libertà di chiunque voglia vivere apertamente e liberamente. Una città sicura è quella che sceglie di educare, prevenire, tutelare.
 Voltarsi dall’altra parte – soprattutto da parte delle istituzioni – significa essere complici del clima di violenza. Ed è per questo che da anni continuiamo a far attività sul territorio, è per questo che alla domanda ‘ma chi ve lo fa fare’ sappiamo cosa rispondere: ce lo fa fare la consapevolezza che oggi è un insulto a qualcuno di noi con spalle larghe e anni d’attivismo, domani lo è a un ragazzo o una ragazza, esausto o esausta, che decide di farla finita. Non dobbiamo mai abituarci.
 Non dobbiamo mai tacere.
 Mai».

[foto di repertorio]

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Una risposta

  1. Generalizzare e dare sempre la colpa ai politici è facile e banale.
    Se 4 ragazzini insultano 2 persone, omo o etero, mi viene da pensare ad una loro mala educazione.
    Anche perché non mi sembra che la maggioranza degli italiani sia omofoba.

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