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Lo straordinario ruolo della gente della valle
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Lo straordinario ruolo della gente della valle

Le vicende del Bormida sono difficili da capire se non si ha ben chiaro il ruolo che l’Associazione “Rinascita Valle Bormida” ha avuto. «L’origine del più importante movimento mai nato prima

Le vicende del Bormida sono difficili da capire se non si ha ben chiaro il ruolo che l’Associazione “Rinascita Valle Bormida” ha avuto. «L’origine del più importante movimento mai nato prima in Valle Bormida – scrive Bruno Bruna uno dei fondatori  – è abbastanza casuale e si può far risalire alla decisione del Tg2 Rai di inviare una troupe per documentare lo stato di degrado del Fiume Bormida. Sotto certi aspetti l’Associazione divenne l’erede dei movimenti degli anni ‘50 e ‘60 ma durò di più nel tempo e per quattro cinque anni poté contare su uno straordinario consenso popolare». Un consenso che portò in quei pochi anni a una escalation di iniziative e di azioni che popolarono tutta la valle da Saliceto a Castellazzo Bormida. Per capire bisogna tornare alle ingiustizie che avevano obbligato la generazioni dei nonni degli Anni Trenta e dei genitori degli Anni Cinquanta ad abbassare la testa di fronte al Mostro. All’Acna con la sua ragnatela di collegamenti politici, giudiziari ed economici.

La chiave di volta fu proprio avere l’appoggio di tutti, dai bambini delle scuole, ai più anziani,  dagli amministratori, ai negozianti. Quando la Valle chiudeva chiudeva integralmente.  La voce straordinaria di questo momento di riappropriazione delle istituzioni fu il giornale “Valle Bormida Pulita” e il suo direttore Renzo Fontana con quella faccia da ragazzino e quell’eterno sorriso che ancora oggi nonostante sia morto, troppo giovane ormai più di dieci anni fa, ci si aspetta di vedere quando ci sono le riunioni che ancora si fanno per monitorare il recupero ambientale. Difficile dire se fu solo il ruolo dell’associazione a far vincere e rivivere la valle.

Certo la sensibilità ambientale cominciava ad essere diversa e la vicenda di Tangentopoli stava cominciando a rendere scomodo alla chimica di Stato il grande mostro che mangiava il fiume. Di sicuro resta il fatto che in quei giorni vi fu un laboratorio di partecipazione dove le notizie ben prima di internet giravano in valle con una rapidità per l’epoca sconcertante. Enormi manifestazioni pacifiche nonostante la contrapposizione feroce con da una parte i liguri a difesa dei posti di lavoro e dall’altra i valligiani, portate avanti con strategia e tattica quasi militari e il coinvolgimento dell’intera vallata. Dove gli adesivi con il fiore e la scritta Valle Bormida pulita cominciano a comparire un po’ dovunque. Dove i sindaci fanno la loro parte e i parroci si schierano perché «non saremmo buoni cristiani se non fossimo qui». Dove adesso il fiume è blu.

l.p.

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