Addio cartelle strabordanti libri. A scuola si va con una borsina di cotone (realizzata per tutti da una mamma). «Da anni i bambini utilizzano materiale scolastico condiviso (fogli, penne, colori) messo a disposizione dall’Istituto e acquistato grazie a progetti o donato – precisa Valeria Prato insegnante da 30 anni all’istituto loazzolese – Non adottiamo più i libri di testo ma la metodologia di ricerca; ad esempio, per matematica seguiamo l’insegnamento esperienziale con attività e giochi. Al momento stiamo studiando i pitagorici con i sassi e tappi per i più piccoli. Abbiamo imparato anche come fanno le operazioni i giapponesi (tracciando linee) ed i numeri dei geroglifici egizi (senza schema sinistra-destra)».
Nella voce della maestra Valeria si percepisce un entusiasmo non comune: «Non seguiamo i programmi ministeriali per le diverse classi, altrimenti saremmo dispensatrici di schede. Noi affrontiamo un argomento utile per tutti e lo decliniamo secondo le capacità del singolo studente. Ci sono bimbi di terza che fanno programma di matematica di quinta senza problemi. Gli anni passano ma non ci sono mai due lezioni uguali e questo arricchisce anche noi insegnanti».
C’è poi il progetto “un miglio al giorno intorno alla scuola”. «Andiamo a prendere i bambini in un luogo e a piedi seguiamo i sentieri del circondario osservando ciò che ci circonda – conclude Prato – poi arrivati in classe approfondiamo i concetti magari facendo esperimenti scientifici ai quali ogni bambino fornisce il proprio personale contributo».
Una risposta
Eccezionale, mio papà era di Loazzolo, ne sarebbe fiero.