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osa asti capodanno 2020
Attualità

L’Orchestra Sinfonica divorzia da Asti: «Nessun sostegno dagli amministratori»

Il presidente Enrico Bellati accusa Il potere politico ed economico della città di non aver né sostenuto né valorizzato il progetto che invece, fuori da Asti e nel mondo, è considerato di altissimo profilo

Asti inizia il 2020 perdendo l’Orchestra Sinfonica

«Vogliamo cancellare Asti dalla nostra storia». Non usa mezze parole il presidente dell’Orchestra Sinfonica di Asti Enrico Bellati per annunciare il divorzio tra la città e l’O.S.A., una delle realtà musicali migliori d’Italia con esperienze lavorative all’estero (Francia, Spagna, Germania, Ungheria, Bielorussia, Cina) e collaborazioni d’eccellenza con artisti come Il Volo, Andrea Bocelli, Serena Autieri e molti altri. Un divorzio ufficializzato 24 ore dopo l’applaudito Concerto di Capodanno al Teatro Alfieri, ma che avverrebbe a seguito di un progressivo allontanamento tra i vertici della città e la sua orchestra più nota. A confermarlo è lo stesso Bellati «stanco di dover sempre dire che tutto va bene quando invece non è così».

L’amaro sfogo del presidente Enrico Bellati

«Sia chiaro che non c’è nessun problema con gli astigiani che hanno sempre dimostrato di apprezzarci e di sostenerci venendo ai nostri concerti, pur a pagamento perché è l’unico modo per coprire le spese organizzative – precisa il presidente – Il potere politico ed economico della città la pensa diversamente e non ha perso occasione per farcelo capire. Una situazione nata diversi anni fa, ma che si è aggravata con l’attuale amministrazione comunale. E pensare che il sindaco Rasero aveva inserito nel suo programma elettorale, alla voce cultura, che avrebbe prestato attenzione e guardato a realtà meritevoli come l’Orchestra Sinfonica di Asti. Invece, durante il suo mandato abbiamo deciso di andarcene a Tigliole dove, per puro caso, il sindaco ha saputo che cercavamo una sede ed è stato subito disponibile ad accoglierci negli ex locali della protezione civile». L’O.S.A, infatti, aveva avuto una sede temporanea al Teatro Alfieri (concessa durante l’amministrazione Brignolo), «ma dopo pochi anni, – ricordati Bellati – sempre durante la precedente amministrazione, ci avevano fatto capire che la nostra presenza dava fastidio anche perché altri soggetti rivendicavano un analogo trattamento. Così abbiamo lasciato la sede. Ma si capisce che quando incontro artisti come Andrea Bocelli o il Maestro Marcello Rota non posso portarli al bar».

«Fanno la Stagione Teatrale e neanche una telefonata»

Arrivata la nuova amministrazione, il cui vice sindaco Marcello Coppo non ha mai nascosto il proprio apprezzamento e sostegno all’Orchestra, ci si aspettava che la situazione migliorasse. «Invece è addirittura peggiorata – continua Bellati – dal momento che hanno organizzato l’attuale Stagione Teatrale dell’Alfieri e non ci hanno neanche chiesto se volessimo organizzare qualcosa con loro. Caso vuole che ci saremo, il 16 maggio per la Bohème, ma non perché invitati dal Comune. Per il resto niente. Con l’attuale assessore alla Cultura non abbiamo nessun contatto, né con il sindaco Rasero. E pensare che abbiamo mantenuto Asti nel nostro nome, anche quando era un ostacolo, perché “suonava” come provinciale e a causa del quale abbiamo anche perso delle opportunità. Ma adesso basta. Ha vinto chi non ci vuole, facciamo i bagagli e andiamo via».

L’Orchestra toglierà il nome di Asti

Il divorzio tra Asti e la sua Orchestra non sarà una semplice questione di location: l’Orchestra cancellerà già nei prossimi giorni Asti dal nome e presto, quando sarà in Germania per una tournée da 40 date, non avrà più alcun riferimento alla nostra città. Come se non bastasse quello tenuto all’Alfieri sarà probabilmente l’ultimo Concerto di Capodanno dell’Orchestra Sinfonica che avendo già inaugurato la nuova sede a Tigliole sposterà la maggior parte delle sue attività locali nel Comune che l’ha accolta. A Tigliole il presidente Enrico Bellati è anche consigliere comunale di maggioranza, «una decisione presa perché l’attuale sindaco – spiega – mi chiese di candidarmi dopo avermi incontrato una sola volta». Asti inizia il nuovo anno perdendo un pezzo importante della sua cultura mentre, con difficoltà, sta cercando di riconvertirsi nell’ottica di una città di “vino e cultura”.

Coppo dispiaciuto, Rasero: «Brutto saperlo dai giornali»

«Sono seriamente dispiaciuto di questa decisione e spero che ci sia modo di rimediare» è il commento del vice sindaco Coppo il cui sostegno è stato molto apprezzato dai vertici dell’O.S.A.. Per il sindaco Rasero la notizia arriva all’improvviso: «Non sapevo di questi problemi e se mi avessero telefonato forse sarebbe stato meglio che apprenderlo dai giornalisti. Li avrei ricevuti come ho sempre fatto con tutti. Comunque mi pare che abbiano già inaugurato la nuova sede, quindi arrivederci».

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