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Attualità

L’ospedale di Nizza diventa “full Covid”: si attendono risposte sulla logistica

Intanto al Massaia si solleva il problema della mancanza di tamponi notturni e dell’assenza, sempre notturna, dell’infettivologo, ma l’Asl replica

Nizza: l’ospedale Santo Spirito convertito a “full Covid”. Si attendono le risposte sull’hospice

Il timore c’era, considerati i numeri preoccupanti della seconda ondata dell’epidemia, ma solo sabato si è avuto la certezza che l’ospedale Santo Spirito di Nizza dovrà interrompere le attività ordinarie per essere riconvertito in struttura full Covid. Non è l’unico ospedale del Piemonte, ma uno di 16 scelti dalla Regione, dislocati nei vari territori, considerati strategici per affrontare l’emergenza Covid sgravando, almeno in parte, le criticità su altri nosocomi. «È una scelta difficile, ma inevitabile, per riuscire a fronteggiare la necessità crescente di posti Covid e dare una risposta immediata che decongestioni i nostri pronto soccorso – ha commentato l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi – La conversione di questi presidi ci consente di destinare ai pazienti Covid dei percorsi ospedalieri completamente dedicati e separati da quelli dei pazienti non Covid. Il sistema sanitario piemontese sta facendo lo sforzo massimo per potenziare il più possibile l’intera rete ospedaliera e territoriale, che l’evoluzione della pandemia sta mettendo a dura prova in tutto il nostro Paese». Il Santo Spirito di Nizza è una struttura che molti, però, non considerano adeguata per le esigenze dei malati di Covid e, al di là di questo, in una porzione dell’edificio è presente l’hospice per i malati terminali di cancro.

«Se l’ospedale di Nizza serve ad accogliere malati in via di guarigione, più o meno come potrebbe fare un albergo, può anche starci questa riconversione, ma se dovesse servire per trattare pazienti in terapia intensiva o sub intensiva sarebbe inadeguato – commenta l’assessore alla protezione civile Marco Gabusi – Se non altro in queste ore si è tornati a parlare “di un ospedale” a Nizza». Gabusi si riferisce ai declassamenti avvenuti nel corso degli anni che avevano, di fatto, depotenziato e impoverito l’ospedale nicese tra le proteste corali del territorio.

L’Asl tranquillizza i cittadini

Abbiamo chiesto all’Asl AT una prima replica alle preoccupazioni sollevate a seguito della decisione di convertire l’ospedale di Nizza in “full Covid”. L’azienda sanitaria fa sapere che è in attesa di un sopralluogo della commissione di vigilanza di Alessandria incaricata di verificare la separazione dei due percorsi di accesso, sporco e pulito, e il mantenimento dell’hospice nella struttura. I 25 posti Cavs dell’ospedale sono in via di trasferimento in alcune Rsa del territorio mentre nella struttura arriveranno circa 20 posti letto Covid.

I tamponi notturni al Massaia

Intanto al Cardinal Massaia i pazienti Covid sono saliti a 118: 6 in rianimazione, 19 in terapia sub intensiva e 93 ricoverati negli infettivi e nei reparti già riconvertiti.

Nelle scorse ore sono emerse, però, alcune perplessità nell’ospedale di Asti proprio dovute ai carichi di lavoro di questi giorni e, in particolare, è tra lo stesso personale che ci sarebbero state lamentele per i tamponi non processati di notte e per la mancanza di un infettivologo permanente, sempre di notte. Ma l’Asl, anche in questo caso, replica: “Di notte vengono effettuati i test rapidi, che sono come i tamponi, quindi, specie al pronto soccorso, non ci sono interruzioni sullo screening. Per quanto riguarda l’infettivologo notturno, c’è sempre un medico internista di guardia che fa capo al reparto di malattie infettive con cui è in costante collegamento”.

Riccardo Santagati

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