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Luisa Limone (Flc Cgil): «L’istruzione deve rimanere nazionale»

Tappa ad Asti della Carovana dei diritti, iniziativa del sindacato per dire “no” al disegno dell’autonomia differenziata e ricordare i problemi della scuola

Ha fatto tappa anche ad Asti la Carovana dei diritti “targata” Flc Cgil, la categoria sindacale che si occupa di scuola, formazione e università.
Parliamo del camper partito lo scorso novembre da Roma che sta percorrendo tutta l’Italia per sensibilizzare la popolazione contro il disegno di legge sull’autonomia differenziata (il cui testo è stato approvato il 23 gennaio dal Senato), alla presenza dei sindacalisti che affrontano i temi fondamentali e critici per i settori dell’istruzione.
Come ha spiegato, in occasione del volantinaggio in piazza Alfieri che ha preceduto il corteo per le vie del centro città, Mario Li Santi, segretario generale provinciale Flc Cgil. «Il nostro obiettivo – ha affermato – è focalizzare l’attenzione sui rischi che deriverebbero dal disegno di legge sull’autonomia differenziata, che prevede la gestione autonoma da parte delle Regioni di settori  come l’istruzione. Se verrà portato avanti, si rischierà di arrivare ad una situazione in cui programmi, indicazioni e orientamenti sarebbero decisi dalle Regioni, così come il sistema di reclutamento del personale della scuola, che porrebbe fine alla mobilità territoriale e professionale, in quanto ci sarebbero organici e assunzioni differenziati per regione».

I problemi della scuola

Li Santi ha poi ampliato il discorso ai problemi che affliggono il mondo della scuola. «Innanzitutto la questione del dimensionamento, cioè della razionalizzazione del numero di istituti in base al numero degli alunni, che stiamo vivendo da anni anche ad Asti. Un provvedimento che porta al taglio di servizi e del personale di segreteria, peraltro oberato di lavoro perché continua a ricevere nuove incombenze prima svolte da altri Enti. Poi l’annosa questione del precariato, che crea problemi a livello economico ed esistenziale a tanti insegnanti. In questa occasione chiediamo ancora una volta, al Governo, di coprire tutti i posti vacanti in organico di diritto e bandire regolarmente i concorsi. Siamo infatti in un periodo molto confuso in cui per noi sindacalisti è difficile fare consulenza, dato che i provvedimenti sono zsempre sospesi o rimandati. Faccio un esempio: i percorsi abilitanti che dovevano essere avviati l’anno scorso per concludersi nel maggio 2024 non sono nemmeno partiti. In questo modo si collocano in una sorta di “limbo” tutti coloro che devono ottenere l’abilitazione e iniziare il percorso per diventare insegnanti di ruolo».

L’incontro al Diavolo Rosso

La tappa astigiana della Carovana ha poi previsto lo spettacolo acrobatico in piazza San Martino, a cura della Compagnia ArteMakia, e un incontro al Diavolo Rosso con musica, aperitivo e diversi interventi incentrati sul tema. «La parola chiave di questa autonomia differenziata è diseguaglianza – ha sottolineato Laurana Lajolo, docente in pensione e progettista culturale – in quanto crea una sorta di separazione come prima dell’Unità d’Italia. In questo contesto la scuola è trattata come una Cenerentola, le forze politiche dimostrano di non dare importanza all’istruzione che è, invece, quella che forma le persone». «L’articolo quinto della Costituzione – ha commentato il consigliere comunale Europa Verde Verdi, Gianfranco Miroglio – afferma che la nostra nazione è una e indivisibile, ma purtroppo stiamo andando da tutt’altra parte».
«Abbiamo aderito all’iniziativa – ha detto il consigliere comunale di “Uniti si può”, Mauro Bosia – perché questa proposta di legge significherebbe la fine dell’unità del Paese, messa già a dura prova da riforme attuate negli anni passati, come lo pseudo federalismo o l’abolizione delle Province. Con il risultato che, oggi, abbiamo zone di serie A e di serie B».

Le parole di Luisa Limone

Presente anche Luisa Limone, segretaria generale regionale Flc Cgil. «Siamo qui – ha dichiarato – perché in tutta Italia c’è un filo rosso che sta congiungendo le regioni e i capoluoghi di provincia per dire che bisogna mantenere i diritti e l’inclusione contro la precarietà ma, soprattutto, perché vogliamo che l’istruzione resti nazionale. La scuola pubblica è l’elemento che deve essere garantito a tutti nello stesso modo e una elevata qualità dell’offerta formativa deve esserci per ogni bambino e bambina. È questione di diritti, di giustizia sociale e di futuro».

Photogallery a cura di Agostino Santangelo e Monica Jarre

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