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L’unione collinare Alto Astigiano è destinata allo scioglimento?

Possibile una chiusura a fine anno
Istituita nel 2000 sotto la regia dell’allora sindaco Giorgio Musso, comprendeva i Comuni di Albugnano, Berzano San Pietro, Buttigliera, Capriglio, Castelnuovo Don Bosco, Cerreto, Cortazzone, Mombello, Moncucco Torinese, Montafia, Moransengo, Passerano Marmorito, Pino d’Asti. Lo scopo delle comunità era di gestire congiuntamente alcuni servizi, con un risparmio di spesa, favorire lo sviluppo dei territorio, usufruendo dei contributi statali e regionali erogati alle Unioni.

Per molteplici ragioni gli obiettivi non sono stati raggiunti, anche per campanilismi difficili da debellare, e da anni le comunità sono in crisi. Alcune sono già state sciolte da diversi anni come l’Unione Versa Astigiano (formata da Cocconato, Cunico, Montiglio, Piovà Massaia, Robella, Tonengo, Viale), altre hanno visto il progressivo distacco di parte dei Comuni. È il caso di quella dell’Alto Astigiano: dopo le recenti uscite di Albugnano e Moransengo (a seguito della fusione con Tonengo), oggi è ridotta a soli 4 comuni (Castelnuovo, Pino, Berzano e Cortazzone); attuale presidente è Francesco Chiara, sindaco di Cortazzone. Dopo che il sindaco di Pino Aldo Maria Marchisio ha recentemente manifestato l’intenzione di uscire dall’Unione, anche il sindaco castelnovese Antonio Rago sta valutando la situazione e pare farsi strada lo scioglimento entro l’anno: sei mesi prima ciascun consiglio comunale dovrà deliberare lo scioglimento.

L’unione gestisce in particolare il trasporto scolastico, lo sportello unico delle attività produttive, la centrale unica di committenza (che segue le gare d’appalto). Ha un solo dipendente (cantoniere), che potrà essere trasferito a uno dei Comuni ed ha la proprietà degli scuolabus e altri mezzi.

Quando le comunità collinari vennero istituite in tutto il territorio piemontese, parevano da un lato garantire la sopravvivenza dei tanti micro-Comuni, dall’altro permettere concreti risparmi e una razionalizzazione nell’amministrazione di vari servizi, quali i trasporti scolastici, la raccolta dei rifiuti, la gestione del parco mezzi. Ora, in uno scenario politico profondamente cambiato a livello nazionale e locale, con la grave crisi economica che ha tagliato i contributi statali e regionali alle Unioni di Comuni, queste non hanno più le risorse per sopravvivere, né i singoli Comuni possono sostenere i costi di questi enti: per l’Alto Astigiano ciascuno dei 4 Comuni rimasti dovrebbe farsi carico di una spesa annua stimata in 20 mila euro. Ogni Comune potrà adottare le scelte più oculate, individuando nuove forme di convenzione con i Comuni territorialmente limitrofi per la gestione associata di alcuni servizi. Da poco è stata anche modificata la legge regionale, imponendo che i Comuni devono essere confinanti, correggendo così, con molto ritardo, un errore iniziale che non imponendo tale vincolo, aveva visto Comuni unirsi con altri distanti e senza alcun legame.

Nella foto, il Palazzo Comunale di Castelnuovo Don Bosco.

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