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Renzi all'Alfieri: il giovane sindaco del Pd lascia il segno tra gli astigiani
Attualità

Renzi all'Alfieri: il giovane sindaco
del Pd lascia il segno tra gli astigiani

Teatro gremito per la corsa alle primarie del "rottamatore", tornato ad Asti dopo aver sostenuto la candidatura a sindaco di Fabrizio Brignolo in primavera. Più che un comizio un vero e proprio "one man show" per far capire ai cittadini che c'è ancora speranza

«Grazie Matteo, fino a ieri ero del PDL ma da oggi sono uno dei vostri». Lunedì pomeriggio la tappa astigiana di Matteo Renzi, candidato alle primarie del Partito Democratico, ha provocato perfino una conversione politica di un signore presente nelle barcacce dell’Alfieri il quale, al passaggio del sindaco di Firenze, gli ha voluto dare di persona la notizia del proprio ripensamento politico garantendogli il voto.

Renzi ha fatto il tutto esaurito al Teatro Alfieri (molta gente è rimasta all’esterno) e ha saputo coinvolgere gli astigiani venuti ad ascoltare le sue proposte per rilanciare l’Italia. Quello del sindaco di Firenze non è stato un semplice comizio ma un vero e proprio “one man show” che lo ha visto impegnato per oltre un’ora a raccontare, in estrema sintesi, i punti principali del proprio programma.
Interrotto numerose volte dagli applausi dei presenti Matteo Renzi ha parlato delle primarie lanciando una stoccata contro il regolamento deciso da altri ma, consapevole del fatto che non si può intrattenere a lungo un pubblico senza farlo divertire, ha utilizzato dei piccoli contributi filmati per sostenere le proprie tesi.

Dal monaco che spaventa Massimo Troisi ricordandogli che deve morire in "Non ci resta che piangere" («quello che la politica sta facendo da tempo – ha detto Renzi – ci vuole ricordare che dobbiamo morire») alla scena di "Qualunquemente" quando il tenente dei carabinieri chiede alla moglie di Cetto La Qualuque la ricevuta fiscale («l’evasione si combatte non solo inseguendo il pesce piccolo ma anche i grandi evasori») fino alla gag di Maurizio Crozza in Italialand che imita lo stesso Renzi alla prese con un maxi orso di peluche chiamandolo vice sindaco e sottolineando, in modo caricaturale, la sua giovane età, Renzi ha saputo strappare parecchie risate al pubblico pur descrivendo un Paese su cui c’è ben poco da ridere. «La NASA ha speso molto meno a mandare Curiosity su Marte che l’Italia a fare la Salerno-Reggio Calabria» ha detto Renzi ottenendo l’ennesimo applauso. Terminato il comizio Renzi ha ricevuto dalle mani del consigliere regionale del PD Angela Motta e da Mauro Paracchino dei prodotti tipici astigiani tra cui il magnum di Giacomo Bologna “Aj suma” e ha avuto tempo di firmare autografi sul suo libro “Stil novo”.

Prima di risalire sul camper in direzione di Genova gli abbiamo fatto due domande al volo.

Ha più paura che non si parli del suo programma e che tutta la discussione sulla sua candidatura si limiti all’appellativo “rottamatore”?
«Se avessi paura – ha risposto Renzi – non mi sarei candidato. Va bene così. Certo il rischio c’è ma cercheremo di evitarlo».

Ai giovani che hanno meno di 25 anni e che guardano più verso Bersani come pensa di convincerli a prestare maggiore attenzione al suo programma?
«Io non devo convincerli. Se hanno voglia di votarci bene, se voteranno Bersani va bene lo stesso. E’ una cosa bella fare le primarie e non bisogna convincerli».

Adesso Asti attende il secondo protagonista della sfida, Pier Luigi Bersani, che potrebbe (ma non è ancora certo) passare in città come già aveva fatto in primavera per sostenere la candidatura a sindaco di Fabrizio Brignolo.

Riccardo Santagati
twitter: @riccardosantaga

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