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M5S, gli attivisti chiedono una nuova leadership: «Zangirolami? Troppo morbido»
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M5S, gli attivisti chiedono una nuova leadership: «Zangirolami? Troppo morbido»

C'è aria di ammutinamento sulla nave pentastellata di Asti. Tutto ha avuto inizio questa estate quando un gruppo di iscritti al Movimento 5 Stelle ha chiesto la convocazione di un'assemblea

C'è aria di ammutinamento sulla nave pentastellata di Asti. Tutto ha avuto inizio questa estate quando un gruppo di iscritti al Movimento 5 Stelle ha chiesto la convocazione di un'assemblea straordinaria per la messa in discussione e l'eventuale sfiducia del capogruppo in Consiglio comunale, Gabriele Zangirolami. Tra le varie rimostranze nei suoi confronti anche quella di non portare avanti una dura opposizione contro il sindaco Brignolo e di utilizzare metodi poco democratici nella gestione del gruppo astigiano. Tanto per gettare benzina sul fuoco è anche circolata in rete una foto nella quale lo stesso Zangirolami (eletto con Davide Giargia tra le fila della minoranza) è immortalato su una panchina di piazza San Secondo insieme al primo cittadino.

Connivenza con il nemico? A sentire oggi due degli iscritti che contestano Zangirolami, la foto non è stata di per sé grave ma ci sono ben altri motivi per i quali chiedono al capogruppo di passare la sua carica a Davide Giargia, restando in aula come semplice consigliere. «Sia ben chiaro che noi non vogliamo distruggere nulla ma, anzi, vogliamo che si ricompatti il gruppo che si è abbastanza disperso proprio per il comportamento di Zangirolami – commentano Maurizio Finotto e Pierpaolo De Fina dicendo di avere dalla loro parte una trentina di iscritti, tutti certificati, pronti a confermare quanto dichiarato – Sembra che a Zangirolami dia fastidio la nostra partecipazione attiva e viene rifiutata la collaborazione la quale, invece, è alla base del nostro movimento, così come la trasparenza».

De Fina e Finotto contestano anche un episodio avvenuto sul MeetUp, la piattaforma on line con la quale gli iscritti si tengono in contatto. «Proprio per discutere di questi problemi avevamo pubblicato l'invito all'assemblea che si svolgerà il 26 settembre, alle 21, nell'ex sala consiliare della Provincia ma poi l'evento è stato cancellato in barba alle regole di trasparenza e partecipazione che sono alla base del M5S». Su Facebook l'episodio viene però spiegato dall'attivista e responsabile della piattaforma on line, Danilo Pugliese: «L'evento è stato annullato in quanto gli eletti rappresentanti di Asti non aderiscono, non partecipano e non riconoscono quindi l'assemblea stessa».

La fronda in seno ai pentastellati potrebbe rientrare se Zangirolami accogliesse l'invito di scambiare il proprio ruolo con Giargia; ma se così non fosse? Né De Fina né Finotto vogliono arrivare a estreme conseguenze ma fanno sapere di aver già informato i vertici del M5S (una raccomandata in cui si ponevano queste problematiche è stata inviata anche a Beppe Grillo) e che si potrebbe anche giungere ad una sorta di votazione in rete per far decidere agli iscritti se Zangirolami possa o meno continuare a rappresentare il M5S. Vero? Una provocazione? Si vedrà. Altra soluzione al vaglio, ma sempre come extrema ratio, è addirittura quella di scindere il M5S di Asti in due gruppi, quello facente capo agli eletti in Consiglio e uno nuovo, che dovrebbe però ottenere la certificazione di Grillo per poter usare il logo, il nome del sodalizio e la piattaforma digitale degli iscritti.

All'assemblea del 26 settembre sono stati invitati gli eletti di Asti (Zangirolami, Giargia) ma anche il deputato Paolo Romano: nessuno di loro si presenterà mentre dovrebbero esserci altri eletti, fuori dal Comune di Asti, pronti a sostenere quello che, enfatizzando, si potrebbe definire "un piccolo processo" al capogruppo Zangirolami. Romano, che in un primo tempo aveva dato disponibilità a fare da paciere, ha poi deciso di non andare all'assemblea perché, spiega su Facebook, «non sono d'accordo con la modalità con cui è stata concepita e comunicata. Sabato vedrò Zangirolami, Pugliese e Giargia e cercheremo di trovare una soluzione».

Tanto per complicare la vicenda è arrivata anche la replica di Giargia il quale, diversamente da ciò che gli è stato chiesto, non ha nessuna intenzione di disconoscere il capogruppo in Consiglio né di prendere il suo posto in un eventuale scambio di ruoli. E Zangirolami? «Tanto per cominciare ero stato proprio io a proporre a Giargia, dopo un anno di mandato, di scambiarci i ruoli ma lui ha rifiutato – replica il capogruppo – Posso dire che io e Giargia, insieme al vero gruppo di attivisti di Asti, siamo assolutamente uniti. Loro ci sostengono e ringrazio della solidarietà dimostrata i consiglieri regionali e i parlamentari».

A chi lo critica per il fatto che l'opposizione a Brignolo sarebbe troppo morbida Zangirolami puntualizza: «Noi, prima di essere opposizione, siamo minoranza e quando vediamo che ci sono idee buone, anche provenire dalla maggioranza, da Brignolo o da altri, possiamo appoggiarle. Ricordo che ho preso oltre 2.900 voti mentre queste persone, chi sono? Hanno il sostegno di alcuni esponenti della Valle Belbo ma credo che ognuno dovrebbe pensare al proprio territorio perché io non vado in altri comuni a dire quello che devono o non devono fare i consiglieri eletti».

E sugli aiuti rifiutati, la mancata possibilità del gruppo a partecipare alle attività operative? «Non ho mai rifiutato aiuti anche se non sono quasi mai arrivati, a dire il vero. In ogni caso ho un ruolo istituzionale che ricopro nel rispetto della Costituzione alla quale rendo conto prima di qualsiasi altra cosa. Hanno intenzione di fare un loro gruppo? Sarà Beppe Grillo a decidere se avallare o meno la loro iniziativa e poiché Giargia non ha nessuna intenzione di prendere il mio posto, mi chiedo di che stiamo parlando». E' presto per dire se il vascello pentastellato supererà la tempesta all'orizzonte ma Zangirolami taglia corto: «Adesso che questi signori hanno ottenuto i loro 15 minuti di notorietà – conclude – mi auguro che si mettano a fare qualcosa di utile al servizio della nostra città».

Riccardo Santagati

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