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Pasetti bis
Attualità, Sport

Mai perdere la fiducia: il Palio non finirà mai di entusiasmarci!

In un momento tanto travagliato lasciamo “galoppare” la fantasia e riviviamo quella che per molti di noi è una bellissima favola

Al galoppo con la fantasia

Le giornate al chiuso, rintanati in casa, ci stanno facendo riscoprire situazioni, emozioni e rapporti che avevamo un po’ smarrito. Il tempo di riflettere non manca, neppure quello di galoppare con la fantasia. Già, galoppare….  Ciò che i cavalli maggiormente amano! Per un modesto scrivano come il sottoscritto, innamorato di Asti e del suo Palio, è un momento davvero travagliato.

Fiducia nel futuro

E’ lecito però sperare nel futuro, anche se, al momento, come cantava Ruggeri, il futuro è davvero un’ipotesi. Parlare di Palio e di cavalli in questo momento non significa essere superficiali. Neppure menefreghisti, tanto meno incoscienti. Significa invece che la luce in fondo al tunnel, più o meno vicina, è visibile. La situazione che stiamo vivendo è difficile e hai cambiato in maniera radicale le nostre abitudini e i nostri comportamenti. La nostra vita, insomma….

Personaggi e figure storiche dell’evento

Ma non bisogna perdere la fiducia nel futuro, pensando a quello che presto ritorneremo a fare.  Vorrei che chi ama Asti e il suo Palio, dopo aver letto la mia lunga premessa, non mi considerasse (appunto) superficiale, menefreghista e incosciente se tenterò in questi giorni complicati, di far rivivere il ricordo di alcuni personaggi (Rettori, fantini, addetti ai lavori..) che hanno scritto con le loro gesta la storia della manifestazione.

Stemperare paure e tensioni

Così, tanto per stemperare un po’ paure e tensioni, staccare un attimo la spina e volare con la mente a quando il Palio, che quest’anno correremo il 6 settembre (perché certamente lo correremo!), tornò ad entusiasmare Asti, ad accompagnarne la rinascita e a ricreare più forte che mai il senso di appartenenza al proprio Borgo, Rione o Comune. Viviamo in una sorta di bolla, dalla quale però usciremo presto!

La rinascita

Partiamo in questo nostro viaggio andando con la mente al 1967, quando l’allora Sindaco Giovanni Giraudi, accogliendo voci e richieste sempre più insistenti che provenivano da diversi ambienti cittadini decise di far rivivere la manifestazione. Verificata la fattibilità del progetto allestì una commissione della quale facevano parte, tra gli altri, Felice Appiano e Giovanni Pasetti.

Le parrocchie

Per poter dare il via alla meravigliosa iniziativa era però necessario il coinvolgimento delle parrocchie. Si lavorò forte in questo senso e negli oratori, ai tempi frequentati da tantissimi giovani, esplose l’entusiasmo. Si trattava inoltre, particolare tutt’altro che secondario, di andare a recuperare il Carroccio, inutilizzato dal 1935. Lo stesso si trovava  nel magazzino di Via Fara, l’ex lazzaretto cittadino. Vennero fatti sparire i riferimenti e i fregi che richiamavano l’epoca fascista, rivoltando i pannelli o sostituendoli completamente.

Riecco il Carroccio

Il Carroccio riapparve il martedì di San Secondo dell’anno 1967: partì dal Pilone di Corso Alessandria e accompagnato dall’allora capitano Giovanni Pasetti oltreché da delegazioni di figuranti dei vari Rioni e Borghi, giunse nella Collegiata di San Secondo. Sul Carroccio faceva bella mostra di sé il Drappo dipinto da Gea Baussano. Dovendo allestire l’evento di sana pianta in così poco tempo, creandolo in pratica “ex novo”, molti erano i dubbi che i tempi venissero rispettati.

La “forza” di Giraudi

Giraudi non si fece certamente spaventare dall’incombenza, dichiarando con la massima serenità: <La data della manifestazione è stata fissata a settembre. Se non dovessimo farcela tutto sarà rimandato al prossimo anno. Una cosa però è certa: il Palio tornerà a vivere>. Si procedette a tappe forzate e l’evento venne allestito. Annunciati 15 partecipanti, che poi scesero a 14 per la rinuncia del Comune di Refrancore.

Spese pazze

Circolarono voci di spese pazze sostenute da alcuni abbienti personaggi locali per tutelare e sostenere il buon nome del Rione di appartenenza. Arrivarono fantini senesi a dare lustro alla competizione. Il catino dove venne allestito l’ovale, vale a dire la grande piazza intitolata proprio al Palio, fin dal primissimo pomeriggio della domenica, il giorno della corsa, presentava un colpo d’occhio spettacolare.ù

Spettacolo di pubblico!

Oltre trentamila le persone distribuite tra tribune e parterre. Sui pennoni circostanti vennero innalzati novantaquattro stendardi. Al centro del catino, internamente alla pista, sfilanti, cavalli, cavalieri… Appollaiate su alberi, muretti e pronte a sfruttare ogni possibile appiglio, altre centinaia di persone che non erano riuscite ad entrare, poiché i biglietti non si trovavano più. Tutti volevano vedere tutto. Di quel Palio raccontiamo l’andamento delle batterie e della finale. A vincere fu il Rione Don Bosco Viatosto, con il fantino Pietro Altieri (Petruzzo) e il cavallo Gavin. Rettore vittorioso il dottor Giacinto Occhionero. Tre batterie: ognuna di quattro giri, i primi due in finale. La partenza venne data con le bandiere da Felice Appiano, primo mossiere del nuovo Palio.

Prima batteria

Prima batteria, dallo steccato: San Paolo, San Pietro, Moncalvo, San Silvestro e Don Bosco Viatosto. Strada in discesa per Don Bosco Viatosto, che fulminava tutti fin dalla partenza. Dietro emergeva San Pietro, mentre cadeva il fantino di Moncalvo e non completava i quattro giri San Paolo. Staccato San Silvestro.

Seconda batteria

Seconda batteria, dallo steccato: Cattedrale, Torretta Santa Caterina, San Martino San Rocco, Santa Maria Nuova e Montegrosso. Dopo una partenza falsa era buona la seconda. Santa Maria Nuova prendeva il comando e non lo mollava più. Dietro gran battaglia tra San Martino San Rocco e la Cattedrale. A prevalere era quest’ultima. In finale andavano quindi Santa Maria Nuova e Cattedrale.

Terza batteria

Terza batteria, dallo steccato: San Secondo, Canelli, Costigliole e Tanaro. L’ordine di arrivo ricalcava lo schieramento al via. San Secondo volava al comando e non veniva più raggiunto. Piazza d’onore per Canelli, che precedeva Tanaro. Non classificato Costigliole.

La finale

Finale, dallo steccato: Canelli (fantino Egidio Ghignone su Munero), San Pietro (Edo Fumi su Simba primo), Santa Maria Nuova (Donato Tamburelli, detto Rondone, su Lasio), Don Bosco Viatosto (Pietro Altieri su Gavin), San Secondo (Antonio Pinna su Volongo) e Cattedrale (Giorgio Revello su Navajo). Tre false partenze tennero il pubblico con il fiato sospeso. Irrequieto il cavallo di Santa Maria Nuova, il cui fantino si fece sorprendere in occasione della partenza valida. A dominare la corsa fu Pietro Altieri per Don Bosco Viatosto sul cavallo Gavin, che dopo due dei quattro giri risultò già praticamente irraggiungibile. Alle sue spalle gran lotta per la piazza d’onore tra San Secondo e Cattedrale. Il fantino del Santo bruciò di pochissimo il rivale sul palo d’arrivo. Quarta posizione  per Canelli e quinta per San Pietro. Non partito Santa Maria Nuova.

Magistrati e Rettori

I due Magistrati dell’anno della ripresa del Palio furono Marco Gazelli di Rossana e Romano Coppellotti. E per ricordare personaggi e figure che di quel Palio (storico) furono artefici, ecco i nomi dei 14 Rettori: Don Bosco Viatosto, Giacinto Occhionero; San Secondo, Mario Martinetti; Cattedrale, Michele Revello; Canelli, Renzo Vallarino Gancia; San Pietro, Piero Visconti; Santa Maria Nuova, Bruno Ercole; San Silvestro, Ezio Fassio; San Martino San Rocco, Lorenzo Ercole; Moncalvo, Giuseppe Maranzana; Ponte Tanaro, Giuseppe “Puciu” Salla; San Paolo, Giuseppe “Pippi” Graziano; Torretta Santa Caterina, Giovanni Sabbione; Costigliole, Piero Cora e Montegrosso, Gino Bellora.

(alla prossima…..)

Nella foto, Giovanni Pasetti, il primo Capitano del Palio (1967).

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