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Attualità

Maialini nani: un’insolita ma affettuosa compagnia

Tutte le regole sanitarie per detenerli nel migliore dei modi per la loro sicurezza e il loro benessere

Un numero crescente anche nell’Astigiano

Detenere un maiale come animale da compagnia è una pratica sempre più diffusa, anche nell’Astigiano.
E la nuova moda non stupisce: il maiale è un animale dotato di una straordinaria intelligenza, è curioso e molto socievole.
Il maialino vietnamita, detto anche mini pig o maiale pancia a tazza, è la razza da compagnia più conosciuta, ma esistono diverse razze nane meno note (maiale nano europeo, maiale nano americano).
E’ importante sottolineare che nel mondo dei maiali l’aggettivo “nano” è da interpretare con le dovute cautele: un maialino vietnamita adulto ha visivamente le dimensioni di un cane di media taglia, ma può raggiungere i 90 kg.
E nulla vieta, spazio permettendo, di adottare un maiale di una razza “tradizionale”, che invece può raggiungere i 250 kg.
Ad oggi, come per altre specie tradizionalmente allevate per la produzione di alimenti (bovini, ovini, caprini ecc), le normative che disciplinano le regole nel campo della Sanità Animale e della Sicurezza alimentare non prevedono norme “speciali” per chi detiene un maiale da compagnia e la legge considera a tutti gli effetti il proprietario dell’animale un “allevatore” che in quanto tale, deve possedere un codice aziendale. Prima ancora di adottare l’animale è quindi necessario contattare il Servizio Veterinario – area di Sanità Animale della propria ASL per farne domanda.

Come ottenere il codice

 

 

Presso il Servizio Veterinario vengono forniti all’utente i moduli da compilare per la richiesta di un codice aziendale e le informazioni di base su quanto previsto dalla normativa vigente.
E’ possibile detenere a scopo familiare un numero massimo di quattro esemplari, ma non ne è consentita la riproduzione.
Acquisita la documentazione necessaria, il Servizio Veterinario incarica il Veterinario Ufficiale competente sul territorio di effettuare un sopralluogo per la verifica del soddisfacimento dei requisiti strutturali e la successiva registrazione dell’allevamento nella banca dati nazionale delle anagrafi animali. Il Servizio Veterinario provvede inoltre a fornire all’allevatore i registri di stalla e del farmaco, obbligatori per chi possiede un maiale.

 

Da chi acquistare

 

I maiali devono essere identificati entro 70 giorni di vita con un tatuaggio riportante il codice aziendale o con un orecchino.
Chiunque ceda un maiale deve possedere un codice aziendale e rilasciare al nuovo proprietario la “dichiarazione di provenienza e di destinazione degli animali della specie suina”. Il documento servirà per comunicare alla banca dati nazionale delle anagrafi animali il trasferimento dell’animale nel nuovo allevamento.

 

Come gestirlo al meglio

 

I maiali hanno bisogno di molto spazio per poter esprimere il proprio comportamento. E’ comunque importante che venga loro garantito un riparo (simile a una casetta) collocato in una zona non troppo soleggiata e con un buon ricircolo d’aria, oltre che un’area all’aperto opportunamente recintata. Contrariamente a quanto si possa pensare, i maiali sono animali delicati e soffrono particolarmente il caldo. L’ideale, anche se la normativa non lo richiede, sarebbe mettere a disposizione un recipiente pieno d’acqua o creare delle pozze in cui l’animale possa rinfrescarsi.
All’interno della “casetta” o di qualsiasi altra tipologia di riparo, non devono mancare: una lettiera, preferibilmente di paglia; un abbeveratoio, che dovrà contenere sempre acqua fresca e pulita e una mangiatoia di dimensioni adeguate. L’ambiente dovrà inoltre essere arricchito dai cosiddetti “materiali manipolabili”: paglia, rastrelliere con fieno, tronchetti e trucioli di legno.
Il maiale è un animale onnivoro che necessita di una dieta sana ed equilibrata per vivere a lungo. I cereali devono essere somministrati con moderazione per evitare il rischio di obesità. Meglio optare per frutta e verdura, radici e tuberi. Grufolando assumerà anche fonti proteiche animali (lumache, lombrichi…).

 

Allevare in biosicurezza

 

La biosicurezza può essere definita, in modo molto semplice, come un insieme di regole da rispettare per evitare che una qualsiasi malattia possa entrare o uscire da un allevamento. Anche chi adotta un maiale da compagnia deve fare la sua parte, soprattutto considerati i pericoli in cui il proprio animale potrebbe incorrere.
La peste suina africana è una malattia virale che colpisce i suini e i cinghiali e per cui non esiste attualmente un vaccino. Altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, non è trasmissibile all’uomo. Si trasmette principalmente da animale malato ad animale sano, oppure da materiali contaminati (rifiuti di cucina, scarpe o vestiti sporchi, attrezzi zootecnici ecc.). In Italia la peste suina africana è stata per anni confinata in Sardegna, ma i recenti focolai in Paesi come Belgio e Germania, non lontani dai confini nazionali, costituiscono un grosso pericolo per l’intera filiera suinicola italiana.
La malattia di Aujeszky è anch’essa una malattia virale contagiosa non trasmissibile all’uomo, che può colpire i suini, i cinghiali e i cani. Sia il maiale sia il cane possono infettarsi attraverso il contatto con altri maiali o cinghiali malati, ma il cane non è in grado di trasmettere a sua volta la malattia. La vaccinazione nel maiale è obbligatoria per legge.
Le regole da rispettare per scongiurare il rischio di introduzione di queste malattie sono semplici, ma fondamentali: acquistare suini solo da allevamenti registrati (attenzione agli acquisti on line!); non somministrare ai suini rifiuti di cucina; evitare che i suini entrino in contatto con i cinghiali tramite solide recinzioni adeguatamente interrate; fare riferimento a un veterinario libero professionista esperto nel settore per le vaccinazioni.

(Con la cortese collaborazione del Servizio Veterinario dell’Asl di Asti)

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Una risposta

  1. Speriamo che poi non li liberino nei boschi, come hanno già fatto con minilepri, cinghiali e caprioli !

    Luigi

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