Manuela Incorvaia, classe 1970, genovese, è una donna coraggiosa. In pieno periodo Covid ha deciso di aprire uno spazio espositivo di ceramiche in via G.B. Giuliani a Canelli. «Non c’erano più mostre, niente più esposizioni – racconta – E’ stata forse una pazzia: mentre tutti chiudevano, io ho aperto». L’idea è quella di portare un po’ di colore in un periodo di grigia incertezza per l’umanità: “una vetrina, qualche mese e poi si torna alla normalità” pensava ed invece i locali sono aperti da tre anni e meta di appassionati e curiosi.
«Accanto allo spazio espositivo, ho ricavato un laboratorio dove le persone possono vedere come creo le mie ceramiche. La passione per l’argilla? E’ nata al liceo artistico: è il materiale che riesce a dare forma alle mie idee. Poi ho lavorato in un laboratorio di ceramica ed a seguire ho scelto di aprire un mio laboratorio a Genova. Lì è cominciato il lento cammino creativo che mi ha portato alle “Donne nel vento”».
Chi sono le “Donne nel vento”? «Me lo sono chiesto più volte anche io – risponde – Donne che non rinunciano alla libertà di pensiero, ad elevarsi verso il cielo; capelli sciolti e menti libere nel vento dei desideri, dei sogni. Ma non soggetti “con la testa tra le nuvole”! Donne posate, con una base solida ancorata alla realtà, al presente, che però tendono verso l’alto, ad essere sé stesse al di là di quello che la società le impone. Molto spesso le ritraggo in posizioni di equilibrio assurde; nonostante ci sia qualcuno che le dice cosa devono fare, loro riescono sempre a sciogliere i capelli e seguire le passioni. Praticamente la storia della donna».
Come sono oggi le donne? «Ovviamente non si può generalizzare – premette – Penso siano più libere del passato anche se alcune sembrano imbrigliate in uno stereotipo di donna suggerito dalla società. Dico sempre: non c’è giusto o sbagliato. L’importante è che quella veste sia scelta dalla donna e non da qualcun altro».