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Attualità

Mariangela Cotto: «Pronta ad aiutare
ma con un commissario autorevole»

Tramontata definitivamente la nomina a commissario della Casa di Riposo, l'ex consigliere comunale Mariangela Cotto, torna a parlare del caso che l'ha vista protagonista e si dice pronta a

Tramontata definitivamente la nomina a commissario della Casa di Riposo, l'ex consigliere comunale Mariangela Cotto, torna a parlare del caso che l'ha vista protagonista e si dice pronta a portare avanti le battaglie in cui crede anche fuori dall'emiciclo di palazzo civico.

Era a conoscenza della norma che le ha impedito di diventare commissario?
Conoscevo questa legge, ma secondo l'opinione del Segretario Generale del Comune, la Regione Piemonte avrebbe potuto effettuare la nomina. Anche il sindaco è convinto che il Segretario avesse ragione, e ha agito in tal senso. Evidentemente in Regione non sono dello stesso parere. Io, in un primo tempo, non volevo accettare l'incarico, poi ho detto sì, perché non è mia abitudine tirarmi indietro se posso essere d'aiuto alla mia città.

Adesso cosa succederà?
Vorrei che fosse nominato un commissario autorevole con la voglia di impegnarsi per risolvere i problemi della Casa di Riposo, che sono tanti. Qualcuno che non solo abbia voglia di fare, ma che sappia circondarsi di persone competenti con voglia di darsi da fare.

Se le chiedessero di dare una mano, anche solo come consigliera "esterna", lei accetterebbe?
Gratuitamente, se ci fosse la necessità, io potrei esserci nell'esclusivo interesse della Casa di Riposo. Però tutto dipende da chi sarà commissario. Dal canto mio posso dire che ero stata scelta in modo trasversale, da tutti gli enti coinvolti, i quali mi hanno riconosciuto un'esperienza ultraventennale su questi temi. Questo per me è un ottimo risultato.

Sabato si terrà una grande manifestazione di piazza, organizzata da movimenti, sindacati e gruppi politici di Sinistra, per chiedere al sindaco di essere ascoltati e per "fermare il degrado della città". Cosa ne pensa di questa iniziativa?
Ben vengano queste manifestazioni, le trovo positive perché non mi piace l'indifferenza. Ovviamente i problemi devono essere sempre risolti rispettando le leggi o, al contrario, lavorando per cambiarle nei luoghi deputati.

Cosa contesta all'attuale classe politica astigiana?
La debolezza che, alla fine, fa il gioco di Alessandria e Torino. I politici non sono capaci di lavorare insieme. E' una debolezza che si basa molto su personalismi, e certe volte su scarse capacità di operare.

Lei, quando si trovava ancora in Consiglio, aveva proposto al sindaco di convocare gli Stati Generali per affrontare i problemi, coinvolgendo tutti i soggetti che avrebbero potuto suggerire soluzioni o proposte costruttive. Poi non è successo nulla.
Infatti, assolutamente nulla. Io e Pensabene avevamo proposto gli Stati Generali sull'Agricoltura e Sanità. Tutti sembravano d'accordo… e ovviamente nulla è avvenuto, come spesso succede quando tutti, apparentemente, decidono di fare qualcosa. Io dico che bisogna coinvolgere i cittadini astigiani, ma non solo tramite referendum nei quali dire sì o no su un certo tema. Bisogna coinvolgerli prima, e ascoltarli.

Si stanno scaldando i motori della prossima campagna elettorale. Si candiderà?
No, non sarò candidata a sindaco. Avevo già in mente di dimettermi dal Consiglio comunale per dare al giovane Federico Garrone la possibilità di fare esperienza. Lui doveva, però, finire gli studi; quindi ho aspettato che diventasse avvocato prima di rassegnare le dimissioni. Comunque dalla politica non mi tolgo, anzi metto a disposizione la mia esperienza e ho intenzione di sviluppare un laboratorio di idee aperto a chiunque voglia impegnarsi. Oggi tanti sindaci e amministratori mi chiamano per chiedere consigli e, se riesco ad aiutarli a risolvere dei problemi, sono ben contenta.

Secondo lei, il prossimo sindaco potrà essere una donna? Se n'è parlato spesso, ma alla fine non è mai avvenuto.
Sono favorevole da sempre ad avere un sindaco donna, ma in questo momento non starei troppo a guardare la questione di genere. L'importante è che il sindaco crei una bella squadra attorno a lui. Oggi, purtroppo, la squadra del sindaco è abbastanza debole, salvo qualche lodevole eccezione.

Ha sempre messo al centro del suo lavoro le persone, occupandosi molto di sociale, assistenza e sanità, ma anche di frazioni e di chi ci vive, sovente senza poter usufruire dei servizi essenziali. Perché le Ventine sembrano essere sempre l'ultimo problema di chi amministra?
Le frazioni meriterebbero molta più attenzione rispetto a quella che si dà loro, ma ci sono tante cose che si possono fare per questi territori, anche senza spendere grosse cifre. Credo che manchino le idee, prima che i soldi. A San Marzanotto abbiamo aperto un po' di agriturismi che attirano gente, si avvalgono dei prodotti del territorio e danno un po' di lavoro ai giovani che, magari, devono ancora finire gli studi. Poi è chiaro che bisogna attirare i finanziamenti, ma senza idee concrete si fa poca strada.

Quindi, se il problema sembra difficile, non sempre lo è la soluzione?
Ho sempre fatto politica seguendo una massima di San Giuseppe Marello: "Siate straordinari nelle cose ordinarie". Cerchiamo di migliorare la qualità della vita delle persone facendo funzionare la sanità, garantendo loro una casa e un lavoro. Questo sarebbe già un bel risultato.

Riccardo Santagati

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