«Asti lo merita. Mi auguro che possa vincere».
Non ha dubbi Mario Sacco, presidente della Fondazione Astimusei, sulle potenzialità della città a livello culturale e turistico, anche rispetto alle concorrenti che si è trovata sul cammino della candidatura a Capitale italiana della cultura 2025, di cui domani (venerdì) alle 11.30 verrà proclamata la città vincitrice.
Cosa pensa della scelta dell’Amministrazione di aver candidato Asti per raggiungere questo importante obiettivo?
Come Fondazione Astimusei siamo grandi sostenitori della candidatura di Asti. La città se lo merita perché in questi anni è stato realizzato un lavoro molto importante per promuovere la cultura, partendo dal presupposto che che è una componente fondamentale della promozione turistica, economica e sociale del territorio. Per questo, come Fondazione CrAsti (di cui Sacco è presidente, ndr), abbiamo dato vita, con il Comune, alla costituzione della Fondazione Astimusei, diventata un punto di riferimento nazionale in quanto ha messo in rete, con un’unica gestione, vari siti museali.
La fondazione
Quanti musei comprende attualmente la Fondazione?
In città comprende Palazzo Mazzetti, Palazzo Alfieri e Museo Guglielminetti, Domus Romana, Torre Troyana, Complesso di San Pietro (Battistero), Cripta di Sant’Anastasio e Museo Paleontologico. L’unico, quest’ultimo, entrato nella rete tramite apposita convenzione mantenendo però una gestione separata che fa capo al Parco paleontologico astigiano.
Per quanto riguarda la provincia abbiamo invece siglato protocolli per comprendere sei siti museali: Museo arti e mestieri di un tempo a Cisterna, Museo del castello di Monastero Bormida, Museo di Guglielmo e Orsola Caccia a Moncalvo, Museo civico e camminamenti del castello di Moncalvo, galleria Art ‘900 a Nizza Monferrato (palazzo Crova) e il museo dedicato a Frà Guglielmo Massaia a Piovà Massaia.
Pensa che la rete sia destinata ad espandersi?
Per quanto riguarda la città, siamo disponibili a coinvolgere il Museo diocesano San Giovanni e le realtà museali che nasceranno a Palazzo Ottolenghi, ora in ristrutturazione. Per quanto riguarda la provincia siamo disponibili ad ampliare i protocolli, ma sempre per valorizzare siti museali di livello.
Qual è il principale vantaggio della rete?
Poter contare su un’unica gestione e su una forza promozionale elevata che consente di organizzare grandi mostre a Palazzo Mazzetti. Dopo le esposizioni dedicate a Chagall, a Monet e ai Macchiaioli, è in corso dallo scorso novembre la mostra su Giovanni Boldini, che peraltro abbiamo intenzione di prorogare fino al 14 maggio per comprendere anche le feste di San Secondo.
Importanti eventi che portano turisti in città, i quali poi usufruiscono di bar e ristoranti oppure proseguono la visita sfruttando lo smarticket, che consente la visita dei vari siti museali cittadini gestiti dalla fondazione. In base agli ultimi dati, lo acquista 1 visitatore su 3, in certi periodi 1 su 2, di coloro che accedono a Palazzo Mazzetti per una grande mostra.
Le mostre in programma
A proposito di mostre ed eventi cosa avete inserito, come Fondazione Astimusei, tra i 176 progetti del dossier di candidatura?
Innanzitutto abbiamo previsto di realizzare il nostro sogno nel cassetto: la realizzazione nel 2025 di una mostra sull’illustre pittore Van Gogh, in accordo con il Van Gogh Museum di Amsterdam.
Parimenti, abbiamo inserito la realizzazione di una mostra sul pittore Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (1568 – 1625), dato che nel 2025 cadranno i 400 anni dalla morte. In questo caso l’intenzione è coinvolgere il territorio astigiano, dato che numerose chiese della provincia sono abbellite da sue opere. L’allestimento principale sarà a Palazzo Mazzetti, ma ci saranno diramazioni anche in altri comuni della provincia in cui sono presenti opere del pittore, che andremo ad integrare con altri dipinti, in modo da valorizzare ciò di cui già dispongono.
Altri progetti allo studio?
Grazie alla convenzione siglata recentemente, come Fondazione Astimusei, con la Fondazione Centro di studi alfieriani (di cui a breve verrà nominato il nuovo presidente), abbiamo intenzione di allestire quest’anno, nel periodo estivo, una mostra incentrata sul personaggio di Antigone, cui Vittorio Alfieri dedicò una delle sue più note tragedie, e di favorire la realizzazione di rappresentazioni teatrali a Palazzo Alfieri.