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Attualità, Sport

Massimo Coghe, il fantino che non è mai sceso a compromessi

Tecnica, orgoglio e fierezza: ad Asti ha trionfato cinque volte, tre delle quali per San Lazzaro

Fierezza ed orgoglio

Lui di storie da raccontare ne avrebbe tante, tante davvero. Forse un giorno, come diciamo dalle nostre parti, deciderà di “aprire i libri”. Emergeranno aneddoti, curiosità, rapporti interpersonali, litigi, rotture, promesse, marce indietro, generosità e dinamiche di Palio, Soprattutto però emergeranno la sua grande, grandissima fierezza e tanto orgoglio. Lui è Massimo Coghe, detto Massimino II, un fantino che, opinione di chi scrive, è da annoverare tra i più grandi di sempre nella storia dei Palii, Siena e Asti in particolare. Non conta il numero delle vittorie per raccontare della grandezza del personaggio, a cavallo e a terra. I parametri e le discriminanti su cui basarsi quasi sempre esulano dal numero dei successi.

La dura crosta del pane del Palio

Massimo nasce a Norbello, un piccolo paese della provincia di Oristano che oggi conta poco più di 1200 abitanti. Coltiva sin da bambino un sogno: quello di poter approdare a Siena e correre il Palio. Le sue esperienze giovanili, non tutte mirabili in verità, si interrompono con l’arrivo in continente. Il pane del Palio ha la crosta dura, ma dalla sua Coghe ha le virtù giuste per far capire che lui, in quella piazza, sotto quella Torre, ben presto sarà protagonista.

L’esordio nel Nicchio

Così, dopo aver montato Ciriaco per la Pantera nella prima prova del luglio 1985, l’anno dopo, sempre a luglio, arriverà l’esordio senese: a dargli fiducia è il Nicchio, una delle Contrade più popolose e “calde”. Monta Brandano, cavallo che un anno prima si era imposto nella carriera di Provenzano montato da Aceto. Massimino II, questo il soprannome che gli venne attribuito, disputa una corsa magistrale. Parte davanti, respinge per due giri a suon di nerbate gli attacchi di Cianchino (Onda) e poi del “Pesse” (Valdimontone), ma al secondo Casato, nella morsa tra i due rivali deve cedere la testa. Il Palio, bellissimo, lo vincerà poi con un’incredibile rimonta dall’ultimo Casato fin sul palo d’arrivo il Drago, con Roberto Falchi su Ogiva. Forse, se il Nicchio avesse avuto un pizzico in più di fiducia in lui, chissà… Magari Coghe avrebbe debuttato con una splendida vittoria.

La “prima” ad Asti

Nel 1987 Massimino esordisce ad Asti, chiamato dal Borgo San Lazzaro del Rettore Franco Serpone. E’ l’ultimo Palio che si corre sull’ovale della piazza sottostante. Coghe porta ad Asti una sua cavalla, la grigia Akebat,e in finale deve vedersela con Cianchino, Bastiano e Legno. Ma non c’è corsa: la supremazia del ragazzo di Norbello emerge in maniera prepotente. Tre giri magistrali, l’ultimo dei quali condotto interamente a nerbo alzato: la dirigenza gialloverde ebbe l’occhio lungo nel dargli fiducia. Il primo Palio della sua carriera Coghe lo vince quindi ad Asti, per un Borgo al quale resterà sempre legato indissolubilmente.

Il trionfo con il Nicchio

L’anno successivo, a luglio, l’assegnazione regala al Nicchio Benito III e la Contrada di capitan Luigi Vigni ripunta, questa volta con più determinazione, su Massimino. Tra le dieci Contrade al canapo c’è anche la rivale Valdimontone, che monta “Il Pesse” su Briosca. Alla mossa è subito lotta. Quando Checcoli abbassa a fiondarsi in testa è Cianchino (Onda). Coghe lo tallona per l’intero primo giro e poi lo passa tra la curva del Casato e il bandierino. I restanti due giri vengono “pitturati” da Massimino, che incrementa il vantaggio e conquista il suo primo trionfo in Piazza del Campo.
Archiviate due annate magiche, ‘87 e ‘88, arrivano momenti difficili. Ad Asti Coghe otterrà quale miglior risultato un quarto posto nel 1992 per Santa Maria Nuova su Co Ho, mentre a Siena, pur montando esemplari di buona caratura (ancora Benito III, ma questa volta per l’Oca nel luglio 1989, Uberto per il Nicchio nell’agosto dello stesso anno e Galleggiante per la Selva nell’agosto del ‘90) il bis non arriva.

1994: il graffio della Pantera

Per ritrovare Massimino vincente bisogna attendere il 1994: Siena, Palio del 2 luglio. La Pantera gli affida Uberto e il fantino di Norbello non si lascia sfuggire la ghiotta opportunità di correre con un “bombolone”. Alla mossa valida data da Amos Cisi è il Bruco a prendere la testa (Bruschelli su La Fanfara) tallonato dalla Pantera (Coghe). All’uscita del primo Casato il Bruco va a sbattere e Trecciolino vola. Massimino riesce d’un soffio ad evitarlo prima di lanciarsi con Uberto verso il suo secondo trionfo senese. Dietro di lui un nutrito gruppo di cavalli scossi che ostacolano i tentativi di rimonta di Aceto (Aquila) e Cianchino (Oca). Capitano della Pantera è Giuseppe Brogi.

Bientina e Fucecchio

Seguono anni ricchi di soddisfazioni: non tanto a Siena quanto a Bientina (prime due vittorie, 1996 e 1997, entrambe per Cilecchio) e a Fucecchio (1998, Massarella, su Golden Lucky). Sempre con Golden Lucky Coghe era giunto terzo ad Asti nel 1997 per San Secondo.

L’annata magica: i tre successi del 1999

L’annata magica è però il 1999, a partire da Bientina con successo per Santa Colomba su Karahill Lad, per continuare con Siena (Assunta, Chiocciola, su Votta Votta) e Asti, Borgo San Lazzaro, su Shakuntala.
A Siena è dominio assoluto dall’uscita del primo San Martino fino all’arrivo. La Chiocciola, il cui Capitano è Massimo Lotti, non vinceva il Palio da 17 anni. In Piazza Alfieri, ad Asti, richiamato dal Rettore di San Lazzaro Franco Serpone e dal blocco coeso dirigenziale gialloverde, Coghe, ai tempi trentacinquenne, dimostra tutte le sue doti mettendo in fila Bucefalo, Bruschelli, Canu, Pusceddu e Donatini. La sua Shakuntala, figlia di Akebat, rimonta nell’ultimo giro e mezzo della finale andando a riprendere Nizza (Chiapello su Amalin) e Torretta (Pusceddu su Picciola).

Bis a Bientina e tris per San Lazzaro ad Asti

Nel 2000 rivince a Bientina (Santa Colomba, sul formidabile Millennium Bug), mentre nel 2001, a Siena, ad agosto, monta Ugo Sanchez per la Chiocciola. Parte bene ma nel corso del primo giro subisce una “strizzata” al primo Casato da parte della Giraffa perdendo tempo prezioso. Non riesce più a rilanciarsi per andare a caccia del Drago, che poi vincerà (Minisini su Zodiach). Passa un mese e ritroviamo Coghe ad Asti, motivatissimo, richiamato, manco a dirlo, da San Lazzaro e dal buon Serpone. Sotto il sedere Massimino ha un missile, il suo Millennium Bug, a parere di chi scrive uno dei tre migliori cavalli visti all’opera ad Asti dall’anno della ripresa. La corsa è splendida: vanno via in tre, Coghe, Farnetani e Scaglione. Quest’ultimo, fantino di Montechiaro, cade nel terzo giro e diventa lotta a due tra Bucefalo e Massimino. Magnifico Millennium nel suo ultimo sforzo, quasi un balzo verso il successo. Terzo Drappo per Coghe, quarto per San Lazzaro.

Legnano e San Martino

Nel 2003 l’eterno ragazzino di Norbello vincerà a Legnano, sempre su Millennium Bug, per la Contrada di San Martino. A Siena però, nonostante Massimo continui ad essere in grande forma e a dimostrarsi un big assoluto, vengono tempi difficili e le chiamate si diradano.  L’ultima apparizione sotto la Torre del Mangia è datata 2006, luglio, su Ernesto Bello per il Drago. A Siena Massimo chiude dopo aver vestito il giubbetto di 15 delle 17 Contrade partecipanti al Palio: uniche eccezioni Onda e Tartuca.

Idolo astigiano

Ad Asti è invece un idolo: dopo aver dovuto rinunciare alla finale nel 2003 per il Rione San Paolo su Millennium Bug per un infortunio al purosangue, Massimo è sempre ricercatissimo e in prima linea. San Rocco gli affiderà il giubbetto per tre anni consecutivi ma la fortuna non sarà mai amica del fantino di Norbello. Clamoroso soprattutto quanto accadde nel 2007: due giri e mezzo al comando della finale e Palio in pratica già in cassaforte quando, poco prima dell’ultima curva, lo scosso del Borgo Don Bosco che si muoveva in direzione opposta sulla pista, lo ostacolò in maniera decisiva privandolo di una vittoria strameritata col suo Millennium.

Delusione e ritiro, ma poi…

La delusione è grande, cocente: Coghe si ritira. Ma la voglia è sempre tanta, la classe intatta, e nel 2009 Massimo non sa dire di no alla chiamata di Santa Maria Nuova. Monta Sister Bug, fornendo una dimostrazione di tecnica meritevole di menzione. La cavalla lo asseconda al meglio al punto che Coghe, nell’ultimo giro della finale, si toglierà persino gli occhiali e trionferà in modo spettacolare.

L’ultima impresa

Canto del cigno? Macché! Manca la ciliegina sulla torta. Arriverà nel 2011: sempre con Sister Bug scende in pista per il Comune di San Damiano. Successo mai in discussione, al punto che stavolta, nettamente al comando, bacerà il frustino nell’ultimo giro. Grandissimo Massimino: un uomo che non ha mai voluto scendere a compromessi rimettendoci tanto, tantissimo, ma difendendo sempre con ostinazione ed orgoglio le proprie idee e i propri principi. Chapeau!

Nelle foto: in alto i festeggiamenti per il terzo trionfo personale a San Lazzaro; qui sopra le ultime due vittorie ad Asti, per i rosazzurri di Santa Maria Nuova e i rossoblu di San Damiano

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