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Maternità surrogata, l’Ordine dei Medici di Asti: “Nostro dovere curare, non denunciare”

“Il medico non deve ostacolare la giustizia ma non deve, soprattutto, porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura”

Dopo le parole della Ministra per le Pari Opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella, secondo cui “anche i medici e chi è un pubblico ufficiale”, è tenuto a segnalare i casi di sospetta violazione della legge sulla maternità surrogata alla Procura, l’Ordine dei Medici di Asti presieduto dal dottor Claudio Lucia (foto), dichiara: “Nostro dovere curare, non denunciare”.

Il medico ha il dovere di curare: dovere che gli deriva dalla Legge – in primis, la Costituzione – e dal Codice deontologico, è confermato dalla giurisprudenza e prevale su ogni altro obbligo, facoltà o diritto.

Che il medico sia esonerato dall’obbligo di denuncia nei confronti del proprio paziente, lo si desume anche dal capoverso dell’articolo 365 del Codice penale, che esime il medico da tale obbligo quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale.

Quindi il medico non deve, è vero, ostacolare la giustizia ma non deve, soprattutto, porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura, limitando la tutela della salute dei cittadini e la fiducia Medico – Paziente”.

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