E astigiano a tutti gli effetti il ricercatore italiano che, nelle scorse settimane, al congresso mondiale di Seul sulla ricerca per la lotta al tumore polmonare ha illustrato una nuova tecnica di
E astigiano a tutti gli effetti il ricercatore italiano che, nelle scorse settimane, al congresso mondiale di Seul sulla ricerca per la lotta al tumore polmonare ha illustrato una nuova tecnica di diagnosi precoce. Stiamo parlando di Maurizio Grosso, 59 anni, primario del reparto di radiologia dellospedale Santa Croce di Cuneo.
Nato ad Asti, è figlio di Umberto Grosso e di Anna Maria Griffa. Un diploma al liceo classico Vittorio Alfieri e poi la laurea in medicina allUniversità di Torino. Dal 1998 il dott. Grosso è primario a Cuneo e dal 2010 conduce lo studio che lo ha portato a parlare di fronte allarena internazionale. Oggetto della ricerca lutilizzo innovativo di unapparecchiatura radiologica chiamata «tomosintesi» con la quale è stato possibile curare con successo questo specifico tumore. «Lo scopo era di stabilire – spiega il dott. Grosso – se questa macchina, già in uso da tempo ma finora solo per scopi diagnostici e limitati alla radiografia del torace, fosse in grado di rilevare anche i tumori allo stato iniziale».
Per questa ragione sono stati esaminati due mila forti fumatori, un campione volontario di unetà compresa tra i 47 e i 70 anni.
Sottoposti allo screening della tomosintesi su 1850 volontari sono stati registrati 18 casi di tumori e in 12 casi è stato possibile asportare chirurgicamente la massa tumorale. «La ricerca ha dimostrato – aggiunge il dott. Grosso – che la tomosintesi ha la stessa efficacia della Tac nella diagnosi precoce ma con un doppio vantaggio: lesame costa meno, in proporzione 1/5 della Tac ed espone il paziente ad una dose inferiore di radiazioni». Lo studio si è concluso nel 2012, la sperimentazione ha dato esito positivo e apre la strada verso lo screening del tumore polmonare così come già avviene per il tumore alla mammella.
Perché ciò avvenga, però, è necessario che i risultati della ricerca vengano comprovati anche da altri centri radiologici. Se è vero che il macchinario è già noto da diversi anni, altrettanto vera è la sua scarsa diffusione negli ospedali italiani. La tomosintesi, oltre a Cuneo, è presente in un centro a Torino e una in Valle dAosta.
«La speranza è di riaprire il progetto di ricerca – continua Maurizio Grosso – per sondare le potenzialità della macchina e supportare le tesi formulate da ulteriori dati scientifici. Le idee non mancano, quelli che scarseggiano sono i finanziatori». Uno scoglio, si spera, prossimo al superamento.
Linteresse in campo medico per la ricerca del dott. Grosso cè, soprattutto in ambito internazionale e manifestato anche in occasione del congresso di Seul. Un vero fiore allocchiello per la nostra città che può vantare i natali del ricercatore che ammette: «mi sento astigiano a tutti gli effetti. Ad Asti ho la mia famiglia, i miei fratelli e gli amici più cari. E una città splendida e ritorno sempre volentieri». La storia della famiglia Grosso si intreccia con quella della nostra città. La madre Anna Maria Griffa è figlia di Antonio Griffa fondatore della storica Way Assauto.