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Meluzzi: tradire per nonsentirsi controllati dal partner
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Meluzzi: tradire per non
sentirsi controllati dal partner

Per mille motivi. Si può tradire per vendetta, magari per noia, si può tradire perché irresistibilmente attratti da un’altra persona, perché si ha bisogno di un affetto che nella relazione

Per mille motivi. Si può tradire per vendetta, magari per noia, si può tradire perché irresistibilmente attratti da un’altra persona, perché si ha bisogno di un affetto che nella relazione “quotidiana” non si riesce a trovare, eccetera eccetera. Ma perché scegliere di consumare il tradimento in vacanza? E quel che è peggio quando si è in vacanza proprio in coppia?

Delle motivazioni che possono spingere al tradimento in questo particolare contesto, abbiamo voluto parlare con il noto psichiatra Alessandro Meluzzi.
«Per quanto riguarda la mia esperienza professionale, i casi di tradimento mentre si è in vacanza con la propria compagna o il proprio compagno sono molto frequenti. Pensiamo per esempio a chi tradisce in viaggio di nozze, potremmo definire questa la quinta essenza del tradimento. Questo avviene perché subentra in chi tradisce, il meccanismo del “bimbo con le mani nella marmellata"».

«E’ come se si dicesse al partner: “Ora che mi hai sposato pensi di avere il pieno controllo su di me, ma invece non è così e te lo dimostro proprio con questo comportamento di tipo evitante che presenta aspetti patologici.
La paura di essere scoperti, che farebbe desistere altri soggetti, per questo tipo di persone rende ancora più allettante commettere il tradimento, infrangere le regole, dire: “Te l’ho fatta!”.

Questa manifestazione patologica che esiste da sempre, si accentua quando si tratta di un rapporto di coppia fondato sull’inautenticità, su comportamenti manieristici, sulla falsa verità di un rapporto che vive unicamente sull’emozione. Difficile che questo tipo di comportamento si verifichi all’interno di una coppia coerente che fonda sulla comunicazione e sul dialogo la propria autenticità.»

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