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Attualità

«Meno assessori e via dalla banca»
Bosia al sindaco: pronta ad andarmene

Reduce da una riunione di maggioranza dove non sono mancate tensioni, in particolare con il PD, il consigliere comunale Anna Bosia (Uniti per Asti) è un fiume in piena e torna a muovere dure critiche

Reduce da una riunione di maggioranza dove non sono mancate tensioni, in particolare con il PD, il consigliere comunale Anna Bosia (Uniti per Asti) è un fiume in piena e torna a muovere dure critiche verso il sindaco e la giunta. In quasi 2 anni dall’inizio del mandato di Brignolo, Bosia è stata in molte occasioni insoddisfatta dei risultati ottenuti, critica sull’operato di alcuni assessori e molto perplessa sulla lentezza con cui il programma del centrosinistra verrebbe portato avanti «senza scelte coraggiose». Questo ha fatto del gruppo Uniti per Asti un’incognita per la tenuta della stessa maggioranza (oltre a Bosia ne fa parte il consigliere Paolo Crivelli). Un “pericolo interno” che, secondo voci insistenti, avrebbe spinto l’ex gruppo dell’IDV a fondersi con Territorio è Cultura per dare più compattezza al centrosinistra in una sorta di controffensiva strategica.

Perché Uniti per Asti solleva sempre delle questioni sull’operato dell’amministrazione?
«Sono passati quasi 2 anni dal momento in cui abbiamo dato vita a questa squadra amministrativa, dopo le primarie, e avremmo voluto vedere più concretezza nel programma, che è anche nostro, mentre invece abbiamo diverse perplessità su quanto è stato fatto: 9 assessori anziché 8 più una task force di 4 specialisti e, ad oggi, il risultato non è pienamente soddisfacente».

Cosa non è stato realizzato?
«Sulla mobilità sostenibile non è stata ampliata la ZTL perché non si è avuto coraggio. Avremmo voluto vedere meno auto in centro e parcheggi scambiatori in periferia e si sarebbero dovuti potenziare i trasporti settore in cui, invece, abbiamo visto solo tagli. Sono mancate scelte coraggiose anche sulla gestione del Sic di Valmanera per renderlo adeguato ad un turismo ambientalista e, ovviamente, ci aspettavamo che la Variante sulla pista di motocross (per sanare il circuito dal punto di vista urbanistico ndr) venisse accantonata una volta per tutte».
Sui trasporti sono note le posizioni critiche verso l’ASP da parte del suo gruppo.
«L’azienda dev’essere ristrutturata al più presto per aprirsi a nuovi mercati e fare cose mai intraprese fino ad oggi. Immagino un servizio di rimozione della neve, sfruttare meglio l’impianto di depurazione delle acque, aprire un servizio di onoranze funebri. Se l’Asp fosse ristrutturata e facesse più utili ci sarebbero più soldi da investire nei trasporti anziché tagliarli».

Anche sul PISU ha molte perplessità sul lavoro fatto fino ad oggi. Perché?
«Il PISU è la grande occasione per portare il lavoro che la città sta aspettando ma ci sono troppi ritardi, gare non ancora partite e l’incognita del Patto di Stabilità. I vincoli del Patto saranno rispettati solo procedendo al piano di alienazione degli immobili del Comune che dev’essere chiuso nei prossimi mesi, cioè in un periodo durissimo per chi cerca di vendere sul mercato immobiliare. Dico questo perché sono presidente della commissione Lavori Pubblici, conosco le tempistiche di queste vendite e so bene che i tempi possono essere molto lunghi. Per fortuna il cronoprogramma dei lavori nei palazzi storici va meglio ma, secondo me, è mancata una regia complessiva che potesse bruciare delle tappe».
Qualche mese fa Uniti per Asti ha proposto un’alternativa al progetto dell’Agrivillage, suggerendo di realizzarlo in centro città recuperando i negozi chiusi, ma ha anche detto no alla Porta del Monferrato così come vorrebbero i proponenti. Ne avete parlato in maggioranza?
«Sul “nostro” Agrivillage ho avuto molti riscontri positivi ma purtroppo non dalla Giunta. Anche in maggioranza i pareri sono discordanti ma ciò che non abbiamo ancora potuto sapere è se il sindaco Brignolo sia d’accordo o no su quei progetti perché non si è ancora espresso pubblicamente. Invito quindi il sindaco a dire cosa ne pensa una volta per tutte. Invece sulla Porta del Monferrato abbiamo proposto una mediazione: facciano il centro commerciale in periferia purché le attività che si vanno ad aprire non siano in concorrenza con quelle già presenti in città. L’albergo e il centro congressi siano invece costruiti in uno dei contenitori dismessi, ad esempio l’ex ospedale».

E’ vero che ha molto da ridire su quanto è stato realizzato in tema di trasparenza e partecipazione dei cittadini alle scelte gestionali della città?
«Al di là che sono state fatte le commissioni aperte e che ricordo essere stata un’idea del consigliere Pensabene, da noi subito appoggiata, non è stato compiuto granché. Avrei voluto vedere riunioni semestrali nelle frazioni e dare maggiori possibilità agli astigiani di partecipare al governo della città».
Anche sull’emergenza casa non risparmia critiche all’amministrazione. Cosa lamenta?
«L’assessore Vercelli ha fatto un buon lavoro ma avremmo preferito che la Giunta prendesse il toro per le corna. Ci sono sempre meno case e sempre più sfratti. Adesso il sindaco ha firmato l’ordinanza di sgombero dell’ex Mutua ma, allo stesso tempo, Vercelli ha dichiarato che non manderanno via nessuno. Il Comune avrebbe dovuto farsi consegnare dall’Asl, in comodato d’uso, i locali occupati e predisporre un progetto sociale per dare risposte all’emergenza abitativa. Anche qui è mancato il coraggio».

Uniti per Asti ha puntato il dito contro il sindaco per l’entrata nel CdA della banca. E’ passato un anno e tutto è rimasto come allora. Siete ancora arrabbiati?
«Il sindaco deve occuparsi di gestire la città e non i soldi dei cittadini sedendo nel CdA di una banca. Pensiamo che sia giusto avere una poltrona per volta anche perché, per fare il sindaco, ci vuole molto impegno. Mi stupisco però di come i consiglieri del PD, dove a tutti i livelli è stato detto che non sta bene avere un partito in banca, non dicano nulla. Consiglieri del PD siete d’accordo col vostro partito? O avete cambiato idea? Fatecelo sapere».
Uniti per Asti cosa ha fatto in tutto questo tempo?
«Abbiamo cercato di essere da stimolo: abbiamo proposto un odg sulla mobilità che non è stato concretizzato; un altro per smantellare le federazioni sanitarie e i fondi immobiliari, fortunatamente recepito; abbiamo chiesto che gli incarichi scelti dal sindaco venissero dati predisponendo bandi pubblici; abbiamo invitato l’amministrazione a ridurre i gettoni degli incarichi politici alla Casa di Riposo, all’Asp ma anche alla Fondazione CrAsti; abbiamo contestato l’estensione della Giunta a 9 e promosso il censimento degli immobili sfitti. Insomma, abbiamo lavorato in direzione di una città diversa».

A questo punto che ci fa ancora in maggioranza?
«Ho fatto delle proposte serie sulle quali Brignolo dovrà darmi delle risposte nel giro di poco tempo. Il gruppo della Giunta non ha operato come avrebbe dovuto, quindi chiediamo una profonda revisione della squadra di lavoro per far capire alla città che si vuole compiere veramente una rivoluzione. Chiedo la riduzione del numero degli assessori; di fare in tempi rapidi una mobilità sostenibile allargando la pedonalizzazione con un piano organico; di prendere in mano il Piano Regolatore recependo i dati del Censimento degli immobili vuoti e completando quello del Commercio che, secondo noi, sono due settori dove si sta navigando a vista. Inoltre sugli immobili dell’Asl il Comune deve avere una sua proposta per il loro riutilizzo al di là che la gara di vendita vada a buon fine o meno. Quindi chiediamo a Brignolo di lasciare il CdA della Cassa».
Più che dei suggerimenti sembra un vero ultimatum.
«Attendiamo pubblicamente le risposte del sindaco e dei consiglieri di maggioranza. Se non dovessero arrivare…»
Se non dovessero arrivare lei e Crivelli avete già pronte le valigie?
«Ho le valigie pronte ma speriamo di disfarle perché vorrà dire che saranno arrivate le risposte».

Riccardo Santagati

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