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Attualità

Meno video poker, ma il gioco non diminuisce

La legge regionale del 2016 ha limitato l’installazione di video poker, ma sono cresciute altre forme di gioco, soprattutto on line

I volumi di gioco non sono diminuiti

Con l’introduzione della legge regionale 09/2016, che è andata a regolamentare il gioco d’azzardo in Piemonte limitando, ad esempio, l’installazione di video poker in zone sensibili (vicino a banche, scuole, ospedali, etc.) si è arginata la possibilità di giocare “sotto casa”, ma è rimasto il problema che colpisce i ludopatici: la passione per il gioco d’azzardo. Qualche giorno fa, nella sede dell’Anci, a Torino, si è svolto un seminario sulla “Regolamentazione sperimentale del gioco legale sul territorio” durante il quale è stata presentata una nuova applicazione, chiamata SMART (Statistiche Monitoraggio Analisi della Raccolta Territoriale del gioco fisico) che servirà ai Comuni per “fotografare” i flussi di gioco d’azzardo legale sul territorio, in quali attività è presente e che consentirà di vedere su una mappa se ci sono punti sensibili nei pressi degli esercizi commerciali dove la legge regionale vieta l’installazione di macchinette. Monitorare, ma non impedire che i ludopatici possano accedere a forme di gioco alternative ai video poker i quali, nel frattempo, sono decisamente diminuiti in tutta la regione: nel 2016 si contavano 5.551 esercizi attivi mentre nel 2018 solo più 1.706.

Si continua a giocare nonostante la legge regionale più restrittiva

«Eppure il flusso di gioco, secondo i dati forniti al convegno, non è affatto diminuito, – spiega il consigliere comunale Paride Candelaresi che ha preso parte all’incontro come delegato del sindaco Rasero – e questo vuol dire che si è spostato altrove: on line, gratta e vinci o grandi sale da gioco ai margini dei centri urbani».

Candelaresi ricorda che nei primi 4 mesi del 2018 «non solo i giochi on line sono cresciuti, ma anche altre tipologie di gioco d’azzardo: i gratta e vinci hanno registrato +11,7% mentre il gioco del Lotto è riuscito a ottenere un +10,5%. Infine le videolottery che sono cresciute dell’8,93%».

Il problema, emerso da più parti, specie da molti sindaci presenti all’incontro, è la disparità di trattamento tra gioco locale e nazionale: i video poker sono stati messi relativamente al bando da una legge regionale molto restrittiva rispetto ad altre regioni, ma lo Stato continua a pubblicizzare in televisione le “lotterie nazionali a estrazione differita” che prevedono vincite non immediate come il SuperEnalotto. Una disparità di trattamento che, alla fine, promuove il gioco anche tra gli stessi cittadini di cui la Regione intende occuparsi tenendoli lontani dal gioco.

«No al paternalismo giuridico dello Stato»

E’ qui che il consigliere Candelaresi lancia una riflessione che riguarda l’intero comparto: «E’ giusto che le amministrazioni comunali proteggano i propri cittadini combattendo il gioco d’azzardo non legale e tutelandoli dalle ludopatie, ma personalmente resto in attesa che lo Stato faccia la sua parte, adottando una disciplina organica della materia che copra l’intero territorio nazionale, così da garantire quella uniformità di indirizzo che è necessaria e auspicabile. Da una regione all’altra le differenze sulla regolamentazione del gioco sono così varie ed è palese una disparità di trattamento che non ha senso di esistere. Sono contro questo paternalismo giuridico dello Stato – continua il consigliere – che limita la libertà dell’individuo tentando di “rieducarlo” a tutti i costi. Il caso gioco d’azzardo legale ne è l’esempio lampante. L’amministrazione di Asti ha voluto partecipare a questo seminario per avere qualche linea guida in più su questo delicato argomento e dimostrarsi presente agli importanti tavoli tematici della Regione Piemonte».

Questo vuol dire, secondo Candelaresi, che si deve trovare il modo di promuovere una maggiore informazione sulla ludopatia parlandone nelle scuole, informando quali siano i rischi cui si va incontro, «ma senza questo atteggiamento da proibizionismo spicciolo e moralista che spinge lo Stato a rieducare a tutti i costi quando invece bisognerebbe promulgare leggi uguali per tutti e imporre pene per sanzionare chi non le rispetta».

Intanto sul caso è intervenuto anche l’assessore regionale Andrea Tronzano che, partecipando al convegno, ha annunciato «l’intenzione della Regione Piemonte di modificare la legge sul gioco attraverso una moratoria di imminente pubblicazione». In quali termini ancora non è ben chiaro, ma il consigliere astigiano incontrerà l’assessore regionale il 14 ottobre per approfondire il discorso e ottenere informazioni più certe sulle intenzione del governo Cirio.

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