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“Mi aiuti o non mi aiuti?”: SOS donna guarda ai testimoni di violenza

Pieghevoli, un questionario per i giovani, interviste: entra nel vivo la terza edizione del progetto
Un questionario per i giovani, una campagna informativa rivolta alla popolazione, interviste sulla medicina di genere e molto altro: sotto al titolo “Mi aiuti o non mi aiuti?”, SOS donna entra nel vivo della terza edizione. Il progetto, nato ad Asti, anche quest’anno ha il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte, con  la Consulta delle Elette e la Consulta Femminile, ed è ideato dall’Associazione di promozione sociale Agar.
Obiettivo centrale della terza edizione (che si può leggere su www.sos-donna.it) è sensibilizzare le persone sulla necessità di aiutare la vittima di violenza, segnalando in prima persona un atto di persecuzione o di maltrattamento a cui hanno assistito o di cui sono venute a conoscenza. Fondamentale sapere che la segnalazione del testimone (vicino di casa, amica/o, datore di lavoro, ecc.) alle forze dell’ordine rimarrà riservata, il suo nome non sarà reso noto.
Su questo tema è stata ideata una specifica campagna informativa: i pieghevoli in quattro lingue (italiano, inglese, albanese, arabo, tradotti dalle mediatrici culturali Fatima Ait Kablit e Sabina Darova) saranno presto in distribuzione ad Asti e nei comuni della provincia. Lo stesso argomento sensibilizzerà i giovani attraverso un questionario che da settembre a dicembre coinvolgerà gli studenti delle scuole medie (classi terze), superiori e dell’università.
Spina dorsale del progetto, il sito web sos-donna.it ospita già alcune nuove sezioni incluse nella terza edizione. Nello spazio “Chi aiuta chi ha bisogno di aiuto?” i Consorzi socio-assistenziali Cisa Asti Sud e Cogesa presentano due casi trattati sulla violenza alle donne: uno risolto e l’altro no. Un modo per capire come si affrontano, dal di dentro, le vicende sui maltrattamenti familiari, approfondire in particolare il ruolo dell’assistente sociale e dell’educatore professionale e comprendere come le scelte personali della vittima di violenza siano determinanti nell’orientare una conclusione positiva o negativa alla richiesta di aiuto.
Nell’edizione di quest’anno, intanto, il progetto di Agar allarga ancora le collaborazioni sul territorio e lo fa con l’Associazione Italiana Donne Medico (sezioni di Asti, Torino e Alessandria) parlando della medicina di genere. In programma sette interviste, fino a dicembre, con esperte di varie patologie: sul sito web è possibile leggere le prime tre.
Tra le altre azioni previste sul portale, il proseguimento della corrispondenza online per aiuti psicologici a distanza e lo spazio formativo rivolto agli studenti dell’Istituto statale Monti-Liceo delle Scienze Umane che, nell’anno scolastico appena terminato, hanno incontrato una donna vittima di violenza e la mediatrice culturale Fatima Issah, fuggita dalla tratta degli esseri umani.
Arricchiscono, inoltre, la terza edizione le consulenze individuali e le conduzioni psicologiche di gruppo contro gli stereotipi di genere e i comportamenti disattivi, mentre a dicembre sarà pronto il libro scientifico per le scuole sull’attività triennale di SOS donna.
Il progetto ha il sostegno, oltre che del Consiglio regionale, di Asl AT,  Cisa Asti Sud, Cogesa, Anci Piemonte, Soroptimist Club di Asti, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Banca di Asti.
Fitta la rete di collaborazioni attiva fin dalla prima edizione e ingrossatasi strada facendo: Provincia di Asti, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti, Prefettura di Asti, Polizia di Stato – Questura di Asti, Comando Provinciale dei Carabinieri, Consigliera di Parità della Provincia, Comune di Asti, Centro antiviolenza provinciale L’Orecchio di Venere, Ordine degli Avvocati di Asti, Istituto statale Monti, Associazione Italiana Donne Medico, Associazione Libera, Associazione Mani Colorate, Associazione Piam, Associazione Rinascita, Uni-Astiss Polo Universitario Rita Levi-Montalcini, Biblioteca Astense Giorgio Faletti, Israt.
Nella foto: le mediatrici culturali Fatima Ait Kablit (a sinistra) e Sabina Darova.

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