“De gustibus non est disputandum”, ma fino a un certo punto. C’è chi, infatti, mette un limite ai gusti delle persone anche se questo significa perderci dei soldi. Un guadagno comunque modesto, ma irrilevante pur di rispettare i propri valori morali e la Costituzione. Com’è successo qualche giorno fa a Mauro Ardissone, contitolare del negozio Marchia di corso Alfieri, che tra gli altri servizi offerti propone la stampa personalizzata su t-shirt, maglie, calze, borse, zaini e altri tessuti.
«Abbiamo ricevuto un ordine via mail da parte di un cliente che voleva stampare su un paio di calze la foto di Benito Mussolini mentre fa il saluto fascista – racconta Ardissone – Una foto che ha chiesto di riprodurre su un paio di calze bianche per un costo di 15 euro. Ovviamente ci siamo rifiuti di realizzare quella stampa rispondendogli che la politica morale e aziendale non ci consente di stampare questo soggetto».
Il cliente, dopo il rifiuto dell’ordine, non si è più fatto vivo, ma per Ardissone è stato meglio così. «C’è un minimo di etica che tutti dovremmo avere, anche nel commercio – aggiunge – e per noi quell’ordine era davvero irricevibile».
[nella foto Mauro Ardissone]
2 risposte
“De gustibus non est disputandum” è detto in principio e in principio era il verbo. recita il vangelo secondo San Giovanni.
Ridicola la richiesta e ridicolo scrivere del rifiuto.
Preferisco da sempre non queste, ma le “cassate” siciliane
una canzone napoletana diceva
E a barca tornò sola. E a me che me ne importa e a me che me ne importa!
preferisco a queste le “cassate” siciliane