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Storia di un’amicizia

Michael Collins e il suo amico moncalvese

Il pilota della Nasa, morto ieri mercoledì 28 aprile, e il ristoratore Eugenio Quirino hanno iniziato una lunga amicizia di penna nel 1968.

Tra le loro tanto amate stelle si saranno, finalmente, incontrati l’astronauta Michael Collins e il ristoratore moncalvese Eugenio Quirino. Un incontro tanto atteso ma mai avvenuto che, però, ha dato il via ad una amicizia di penna che è durata parecchio tempo.
È di ieri purtroppo la notizia della morte del grande pilota della Nasa scomparso a novant’anni dopo aver combattuto contro un tumore.

Non tutti conoscono, tuttavia, della sua passione per il Monferrato e per il suo più pregiato prodotto: il tartufo.
Nell’autunno del 1968, dopo le consuete domeniche d’ottobre della Fiera, a un gruppo di moncalvesi viene l’idea di mandare all’astronauta Michael Collins un bellissimo esemplare di tartufo bianco di oltre 600 grammi, di quelli che oggi difficilmente si trovano. A capo di questa comitiva d’amici, c’è Eugenio Quirino, detto “Geniô”, ristoratore, e notissimo “trifulau” della cittadina aleramica, dallo spirito molto intraprendente. Si pensò a Collins perché nato a Roma e, quindi, molto legato al nostro Paese.

Quirino manda a Collins una lettera in cui spiega il perché del prelibato regalo e rivela all’astronauta tutti i segreti per gustare al meglio il tartufo. Il dono deve aver suscitato enormemente l’attenzione di Collins che non manca di ringraziare per il gentile gesto e promette di venire in visita a Moncalvo.

Da quel momento si stabilisce fra i due una conversazione epistolare, con un certo grado di confidenza, che si interrompe solamente quando iniziano i preparativi che porteranno, con grande successo, al primo sbarco sulla Luna.
Collins non verrà mai a Moncalvo a trovare il suo amico Eugenio ma non si dimenticherà di lui. Arriverà, invece, una semplice e spontanea telefonata di scuse. Una lunga e cordiale chiacchierata tra due persone che non si sono, e non si sarebbero, mai viste ma che tuttavia nutrivano l’un per l’altro  ammirazione reciproca.
E, ora, ci piace immaginarli finalmente insieme a discorrere.

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