Le risposte del direttore Giuseppe Occhiogrosso e del presidente Matteo Massimelli, giunte via mail, sono univoche: «Non è possibile per una questione di privacy».
Il sindaco allora decide di condividere lo scambio di missive (per conoscenza) con il Prefetto e la Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi. «Ho precisato che, essendo un servizio gestito per conto del Comune, il sindaco ha diritto ad avere quei dati – continua Ghignone – Mi hanno risposto che il presidente non ha contezza dei nominativi e questi mai sono stati forniti al Consiglio di amministrazione o ai Comuni aderenti».
Il sindaco minaccia di portare il Cisa innanzi il Prefetto per fare chiarezza: «Il Cogesa, che consorzia i Comuni del Nord Astigiano, ogni anno consegna al sindaco una busta chiusa con i nominati dei soggetti che beneficiano dei servizi. Perché il Cisa no?».
«Ci siamo consultati con il responsabile della tutela della privacy (dottor Gorga) è questi ha chiaramente detto che non è possibile divulgare i nominativi a soggetti terzi – ci ha spiegato Massimelli – Una precisazione: il Comune di Moasca, come tutti quelli con meno di 5 mila abitanti, è obbligato per legge a delegare la funzione sociale, quindi non capisco quali altre spese possa mettere a bilancio oltre alla quota da devolvere al Cisa calcolata per abitanti».
Ghignone, però, lamenta il “vulnus” della funzione di controllo: «I Comuni possono fare una valutazione quantitativa, non qualitativa del servizio – risponde il presidente – Questa è una prerogativa di Asl, Regione ed altri enti che pagano le funzioni sociali e attraverso commissioni stabiliscono e controllano le tipologie di prestazioni che spettano alla persone».