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Attualità
Il caso

Mobilità ad Asti: «È tempo di fermare le auto davanti alle scuole cittadine»

I consiglieri di minoranza Miroglio, Malandrone e Crivelli chiedono interventi urgenti sul traffico

Mentre imperversa il caso della musica nei locali con l’ancestrale domanda se Asti “sia o non sia una città per giovani”, specie confrontandola con Alba, un altro tema “sempreverde” è stato sollevato in Consiglio comunale da Gianfranco Miroglio (Europa Verde), Mario Malandrone (Ambiente Asti) e Paolo Crivelli (Prendiamoci cura di Asti): il caos di auto davanti alle scuole quando entrano, ma soprattutto escono, gli studenti.

I consiglieri di minoranza hanno presto atto «della volontà espressa dal sindaco Rasero, spiegando le linee guida in Consiglio comunale il 13 e 14 luglio, di intervenire con scelte radicali per migliorare la viabilità anche e soprattutto alla luce delle conclamate emergenze (climatica, ambientale, energetica, sociale e sanitaria) che ci assillano».
In questa occasione i consiglieri si focalizzano sugli orari in cui gli studenti vanno a scuola, o escono, quando aumenta in maniera considerevole l’afflusso di auto «spesso non regolato e non regolabile: vetture in doppia o terza fila, ingorghi, caos e marciapiedi negati ai pedoni».

Scene di ordinaria amministrazione, tra settembre e giugno, che si focalizzano quasi sempre davanti a plessi specifici e sempre con le stesse dinamiche. Che si tratti della scuola Brofferio (dove le auto in attesa degli studenti vengono parcheggiate in divieto di fermata, sulle rotonde e anche nella vicina area verde, un po’ dove capita) oppure della scuola Dante (dove le macchine intasano ogni via limitrofa creando ingorghi di varia natura) per non parlare dell’istituto Giobert, la cui vicina via Gandolfino Roreto si paralizza regolarmente all’uscita degli alunni, il problema è molto diffuso anche se non è mai stato risolto.

Miroglio, Crivelli e Malandrone guardano quindi all’inizio del prossimo anno scolastico chiedendo al sindaco di chiudere il traffico stradale nelle “zone delle scuole” o almeno di rallentarlo. Domandano se esista un progetto, un crono-programma e finanziamenti specifici per intervenire con segnaletica verticale e orizzontale, studi di viabilità, posa di dossi, dissuasori e strumenti di controllo della velocità, ma suggeriscono anche di avviare progetti di informazione e condivisione degli obiettivi preposti «recuperando le esperienze già avviate con significativi risultati e positivi riscontri anni fa, come nel caso del pedibus, finalizzate alla valorizzazione di un vivere la città meno ossessivo o angosciato e più sostenibile nei modi e nei tempi, ad esempio a piedi o in bici».

Per quanto riguarda le scuole si chiedono anche strutture di supporto che possano consolidare le operazioni di sgombero delle aree davanti agli istituti: ZTL, creazione di aree pedonali, Zone 30, piste e percorsi ciclabili, rastrelliere per bici accanto alle scuole, agli ingressi degli uffici, nei luoghi deputati alle relazioni e al tempo libero come giardini e circoli.
Tutto questo, specificano i consiglieri Miroglio, Malandrone e Crivelli, avviando contatti con il mondo della scuola «per condividere il percorso educativo, immaginare momenti di comunicazione, partecipazione, formazione e informazione tali da trasformare un’ipotesi di lavoro interno al Piano urbano del traffico o al Piano di mobilità sostenibile in opportunità per far crescere in città la coscienza e la cultura di un modo di muoversi alternativo all’uso dell’auto».

[foto di repertorio di auto davanti alla scuola Jona]

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