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Moderati, Cerrato in Regione: «Il brand Monferrato diventi regione turistica»
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Moderati, Cerrato in Regione: «Il brand Monferrato diventi regione turistica»

La sburocratizzazione e il turismo come motore dell'Astigiano e del Piemonte. Questi gli obiettivi fondamentali cui punta Andrea Cerrato, 38 anni, assessore comunale allo Sviluppo Economico,

La sburocratizzazione e il turismo come motore dell'Astigiano e del Piemonte. Questi gli obiettivi fondamentali cui punta Andrea Cerrato, 38 anni, assessore comunale allo Sviluppo Economico, Turismo, Agricoltura (Promozione del territorio, Commercio, Fiere e mercati), così come la lista civica "Moderati per Chiamparino," dove l'amministratore è candidato a consigliere regionale in vista della chiamata alle urne (la formazione ha presentato ufficialmente, ieri pomeriggio, la candidatura appunto di Cerrato e quella di Gabriele Andreetta). Oltre alla carica comunale, Cerrato ricopre vari ruoli, tra cui quello di presidente sia del Consorzio Operatori Turistici Asti e Monferrato dal 2009 sia della Federazione di Consorzi Turistici della Regione Piemonte. A poche settimane dal voto, gli abbiamo chiesto di parlarci delle proprie motivazioni, aspettative e priorità programmatiche.

Assessore Cerrato, quali speranze ripone nella campagna elettorale e cosa l'ha spinta a candidarsi?
Ho deciso di mettermi in gioco, a fronte di un'esperienza politica di due anni, perché ci credo molto. Penso che nel panorama politico attuale saranno valutate le persone. Stiamo dunque facendo molti incontri, senza però iniziative plateali: una sorta di "porta a porta," per rapportarci direttamente con la gente. Se da un lato, infatti, avverto un po' di distacco dalla politica, dall'altro ho una percezione più positiva, quando c'è un contatto diretto, che consente ai potenziali elettori di superare almeno in parte la diffidenza. Uno dei rischi è ovviamente l'assenteismo. L'invito è perciò ad andare a votare, anche perché in parecchi non hanno ancora capito bene che si andrà alle urne solo domenica 25 maggio.

Nel caso entrasse nel Consiglio regionale, dovrà lasciare l'assessorato in Comune? Cosa porterà con sé dell'esperienza astigiana?
Sì, dovrò lasciare l'attuale incarico comunale. Di positivo penso di portare la rete di contatti e conoscenze nel settore del turismo.

Quale contributo ritiene di dare come consigliere regionale?
Penso di attirare di più l'attenzione sul nostro territorio, facendone sentire maggiormente le istanze e favorendo quindi il dialogo. Continuerò poi a insistere sul brand Monferrato, che deve diventare una regione turistica, cosa che non significa solo flussi. Vorrei far giocare una carta importante all'Astigiano in vista dell'Expo 2015 e di ciò che sarà dopo. In quest'ottica, Vinissage deve diventare un fiore all'occhiello per Asti. Inoltre, il Monferrato, con Langhe e Roero, potrebbe essere un distretto turistico: ciò implica formazione, con il ruolo determinante dell'Università locale, in dialogo anche con altri atenei. Meritano poi attenzione i turisti disabili, che in Europa sono circa 90 milioni.

In che modo l'Astigiano può diventare davvero un territorio turistico?
Occorre un approccio mentale di tipo industriale al settore, che non vuol dire turismo di massa, ma che deve diventare una priorità: occorre quindi creare condizioni per attrarre investimenti, che si traducano in posti di lavoro e sviluppo economico. Alla base, serve però un discorso di sburocratizzazione, che vale non solo per questo ambito ma anche per l'intero sistema e per ogni cittadino.

Circa la crisi del lavoro a quali possibili strategie pensa?
Gli aiuti "una tantum" non servono. Occorre invece un'idea di sviluppo in determinati campi, investendo in ricerca, nuove tecnologie e turismo, così da poter riconvertire i posti di lavoro, pur non abbandonando le imprese in difficoltà.

Di recente, diverse associazioni di categoria hanno manifestato contro ciò che sta sempre più "uccidendo" il commercio e le imprese locali, come ad esempio le tasse. Che fare in futuro?
Capisco il problema e le proteste. C'è bisogno della collaborazione delle associazioni di categoria, le quali però devo chiedere cose realizzabili. Per quanto riguarda ad esempio le tasse, decise da Roma, bisogna far valere le nostre motivazioni e in Regione, in quanto organo superiore rispetto al Comune, si può incidere di più.

Quali le altre sue priorità programmatiche?
Ciò che attiene le mie deleghe. In particolare, riguardo all'agricoltura, l'idea è di promuovere le Deco di Asti, il tipico locale, rendendo il territorio più protagonista possibile, in quanto attrattore di fondi europei.

Il suo curriculum vanta anche un'attenzione al sociale. Quali, in prospettiva, le possibili strategie contro la povertà crescente e l'emergenza abitativa?
Rispetto a quest'ultima, si potrebbe sviluppare il progetto del social housing, la cui filosofia è di fornire abitazioni a costi ridotti e con alcuni spazi condivisi. Più in generale, bisogna poi comunque stringere i tempi per il riutilizzo degli ex immobili Asl.

Quale, in definitiva, la sua ricetta per il futuro e perché gli astigiani dovrebbero votarla?
Credo nel territorio e ci metto tutto l'entusiasmo, cosa che la gente e in particolare gli imprenditori devono tornare a fare, per vincere la sfida insieme.

Manuela Zoccola

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