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Fallimento

Moncalvo, fallisce la Fondazione Gavello. La casa di riposo chiuderà entro fine mese

Una comunicazione del 5 novembre avvisa operatori e parenti degli ospiti dell’avvio della procedura di liquidazione

Doccia gelata su operatori sanitari e parenti degli ospiti della casa di riposo gestita dalla Fondazione G. Gavello di Moncalvo. Tutti hanno ricevuto una stringata comunicazione, firmata dal commissario straordinario Pietro Bertana in data 5 novembre, con la quale venivano avvisati dell’avvio della procedura di liquidazione della Fondazione.

«Nonostante numerosi, ripetuti e anche recentissimi contatti con soggetti nel settore socio-assistenziale – spiega il commissario nella comunicazione – non sono stati trovati i riscontri necessari per salvaguardare la Fondazione, risolvendo le criticità economiche e finanziarie che ne avevano causato».

I parenti dei 35 ospiti della struttura sono stati quindi invitati a trovare una collocazione ai loro congiunti entro la fine del mese di novembre.

Il fallimento segue una lunga storia di rovesci, soprattutto finanziari della casa di riposo, non più in grado di far quadrare i conti. La casa di riposo era stata commissariata nel novembre 2020, in accordo con la Regione Piemonte. Diventata fondazione di diritto privato nel 2019, già all’inizio del 2020 il nuovo CdA aveva constatato le difficoltà economiche dell’ente, tanto da portare alle dimissioni in blocco dell’intero organo amministrativo.

Colpita anche l’amministrazione comunale, tra gli organi deputati a nominare il CdA, che tuttavia riconosce il merito all’operato del commissario: «Sin dal suo insediamento – dichiara la giunta in una nota stampa – ha dato prova di competenza in ambito finanziario e gestionale. Questa amministrazione, nel limite delle possibilità dettate dalla natura privata e non pubblica dell’ente, ha supportato con la massima fiducia la sua attività di ricerca di potenziali partners, garantendogli la totale autonomia derivante dal suo mandato. Grave è la perdita di un servizio così importante per la nostra comunità; auspichiamo pertanto che le autorità competenti facciano luce sulle responsabilità personali che hanno portato alla liquidazione dell’ente. Siamo vicini alle lavoratrici, agli ospiti e alle loro famiglie».

Oltre alle famiglie degli ospiti, sono circa 20 gli operatori sanitari colpiti dal provvedimento fallimentare che perderanno il lavoro.

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