Quest’anno non ci sarà. Non sarà presente alla kermesse “Moncalvo in Danza” di cui è stata per tanti anni madrina e grande sostenitrice. Carla Fracci se n’è andata ieri, giovedì 27 maggio, e lo ha fatto come soltanto i grandi ballerini sanno fare: in punta di piedi. Ha passato tutta la vita sulle “punte” e così ci ha lasciato vivendo i suoi ultimi giorni nel riserbo e nella discrezione circondata dall’affetto del marito, il regista Beppe Menegatti , e del figlio Francesco. Lascia di sé un ricordo indimenticabile non solo nel mondo della danza ma in tutto l’ambiente culturale italiano. Lascia un grande vuoto anche a Moncalvo dove non vedeva l’ora di partecipare alla rassegna di danza per giovani talenti da quando undici anni fa è stata invitata per la prima volta.
A Moncalvo aveva trovato «la piccola bomboniera»
«Ho ancora ben impresso in mente il ricordo dell’espressione del suo viso. Le si leggeva negli occhi lo stupore di quando, per la prima volta, nel 2010, entrò al Teatro Civico di Moncalvo. Era incredula. Le era subito piaciuto il nostro teatro. Lo chiamava ‘la piccola bomboniera’», confida nella commozione Massimiliano Vacchina, ideatore e curatore della manifestazione “Moncalvo in Danza”. «Più volte, nel corso di questi anni – racconta Vacchina – mi ripeteva la sua soddisfazione nel sapere che questa manifestazione aveva preso piede in un contesto come il nostro: una kermesse dal respiro internazionale in un piccolo comune. E se “Moncalvo in Danza” è diventata quella che è ora lo si deve anche a lei, non solo per la sua presenza che sicuramente portava un grande valore aggiunto, ma soprattutto per i suoi impareggiabili consigli. Sono pochi quelli che, come lei, conoscono il mondo della danza e del teatro in generale in una maniera così accurata». Quasi un colpo di fulmine per la più piccola città d’Italia, come svela Massimiliano Vacchina: «Amava girare per Moncalvo sempre con Beppe, il suo adorato marito. Ha passeggiato per la Fracia, ha visitato il nostro museo e la bottega del vino. Da subito è nata, tra noi, una bella amicizia. Mi invitò persino un pomeriggio a casa sua a Milano, città della quale era profondamente innamorata e amava spesso ripetere ‘posso andare ovunque nella vita ma Milano resta sempre Milano’. Insomma ho tanti ricordi che porterò sempre con me con grande affetto».
«Grazie Massimiliano per quello che fai per la danza, è molto importante»
Anche se Vacchina preferisce non raccontare di più per riservatezza, uno di questi aneddoti lo vogliamo svelare noi perché siamo stati testimoni diretti. Era l’estate 2019 quando per l’ultima volta Carla Fracci è stata a Moncalvo (l’anno successivo la manifestazione fu annullata per la pandemia). In quell’occasione, durante un pranzo, la grande ballerina si è rivolta all’organizzatore di “Moncalvo in Danza” e con fare amorevole, più da mamma e nonna, ha detto: «Grazie Massimiliano per quello che fai per la danza. Tu non immagini quanto sia importante. I giovani devono essere valorizzati e la loro passione continuamente stimolata. E tu fai tutto questo. Ci sono grandi ballerini di fama che danzano divinamente ma che lo fanno solo per loro e non si spendono per la promozione di quest’arte. Ho passato la vita a lottare per la danza e a promuoverla in ogni luogo, grande o piccolo che sia. Per questo vengo da te, per ciò che fai. Te lo meriti». Carla Fracci era unica, insostituibile. Una grande lottatrice che, nel caso, sapeva difendere i suoi cuccioli come una leonessa (celebre il suo attacco, quasi fisico, nel 2010, all’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno, in difesa del Teatro dell’Opera).
La grande étoile che sapeva volare ma restava con i piedi per terra
Infine, proprio a riguardo di questo celebre teatro romano, c’è un piccolo, piccolissimo ricordo che vale la pena condividere con voi. Non perché aggiunga qualcosa alle già eccezionali doti di Carla Fracci ma perché dimostra la sua grande semplicità e umanità. A inizio anni 2000, chi scrive era un modestissimo stagista mandato dall’università che frequentava a fare esperienza presso l’ufficio stampa del Teatro dell’Opera di Roma. All’epoca, Carla Fracci era direttrice del Corpo di Ballo, dove rimarrà fino al 2010. Molto spesso mi capitava di incontrarla e di fermarmi a vedere “la signora di bianco vestita” mentre faceva lezione. La incrociavo nei corridoi, al bar interno e mai mancava di salutare e di scambiare una battuta se l’occasione e il tempo glielo consentiva. Una volta chiese anche l’aiuto dell’ufficio stampa per una sua partecipazione al Festival di Sanremo di quell’anno, partecipazione che poi saltò all’ultimo per motivi di salute. Voleva sapere come fare per scusarsi. Insieme scrivemmo una bellissima lettera che venne, poi, anche letta in diretta tv. Carla Fracci, la più grande étoile della danza che volava nei più prestigiosi teatri del mondo, non ha mai scordato di rimanere con i piedi per terra.